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Genoa in C, calendari a rischio

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Ma in serata arriva la certezza che gli avvocati del grifone chiederenno una sospensiva al giudice civile che potrebbe ritardare l'appuntamento con i calendari fissato per giovedì. E sono arrivati anche i temuti tafferugli tra tifosi e forze dell'ordine, che hanno dovuto fermarli. Il corteo dei fan del Genoa si è mosso da piazza De Ferrari lungo via XXV Aprile e si è incamminato su via Garibaldi, nel centro storico. Ma la meta era la stazione di Piazza Principe, teatro degli scontri. È stato un inferno. Cassonetti bruciati, vetrine infrante, lancio di bottiglie contro le forze dell'ordine, costrette a sparare lacrimogeni in piazza Acquaverde, e barricate con auto e motorini. Torniamo alla sentenza Caf: confermati anche i 5 anni di inibizione a Preziosi, al dg Capozucca, a Pino Pagliara e a Franco Dal Cin; i 3 anni e un mese di squalifica a Michele Dal Cin e i 6 mesi al portiere Lejsal. Per il vecchio Grifone, responsabile diretto ed oggettivo del più pastrocchiato illecito del nostro calcio, il processo sportivo si chiude qui (la Caf è inappellabile), mentre i singoli tesserati possono ancora ricorrere alla Camera di Conciliazione. «Ingiustizia è fatta», ha commentato l'avv. Alfredo Biondi. Le 123 intercettazioni telefoniche, le dichiarazioni contrastanti dei protagonisti, le rivelazioni del portiere ex veneziano Lejsal e le prove schiaccianti contro il Genoa (come i 250mila euro trovati nell'auto di Pagliara) non hanno lasciato dubbi neanche ai giudici della Caf. Diverso il discorso su come è stato condotto il procedimento, sulle sbadataggini nelle quali sono incappati giuristi esperti come Franchini o come i due magistrati della Caf autori dei foglietti mostrati da Preziosi che hanno fatto infuriare Carraro e che nel Consiglio Federale di giovedì potrebbero non farli confermare nelle cariche. L'avv. Grassani, un altro dei legali rossoblu, gli fa eco: «Per ricorrere al Tar abbiamo pochissimo tempo e dobbiamo capire quante possibilità abbiamo di ribaltare il giudizio. Il Tar o sospende le pronunce della Disciplinare e della Caf e quindi il Genoa resta in A, oppure è C1». Il ricorso d'urgenza alla magistratura ordinaria dovrebbe causare lo slittamento dei calendari. Il Presidente della Provincia Repetto ha inoltrato un esposto al Procuratore della Repubblica in cui denuncia un abuso in atti d'ufficio anche per «il comportamento dei giudici che hanno deciso prima del processo, cosa che costituisce causa di ricusazione del componente dell'organo giudicante che deve pertanto astenersi dal giudizio». Il sindaco Pericu parla di una decisione «punitiva». «Manifestate pure, ma rispettate i gangli vitali della città», aveva raccomandato loro il prefetto Romano. Parole al vento. «Sono rammaricato e sbigottito soprattutto per il silenzio della Figc e di Carraro sull'episodio dei bigliettini dei giudici, ma lotterò fino a quando ci sarà possibilità - ha detto Preziosi -. Che ne è stato di tante inchieste aperte e delle quali poi non si è più saputo nulla? Che fine ha fatto il fascicolo su cinque arbitri aperto a Livorno? E per quale motivo è stato deferito il Genoa e non il Torino verso il quale c'erano seri indizi di un premio a vincere offerto al Venezia? Ma ai tifosi dico di non lasciarsi andare perché violenza chiama violenza». La risposta di Carraro è in una lettera inviata ieri al Secolo XIX: «Il silenzio è motivato dal rispetto dovuto all'autonomia della giustizia sportiva. Della vicenda Genoa si sono occupati organi composti da persone di elevata professionalità e di grande livello morale».

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