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Mattei: non mi sento

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un traghettatore

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«Se i miei arbitri non sbagliano mai li sospendo, visto che anche i loro errori sono spettacolari, altrimenti non ci sarebbero discussioni alla fine delle partite, ma solo noia. Un campionato senza sbagli sarebbe noioso» ha detto. Un modo elegante per mettere subito in chiaro che ai suoi 41 fischietti e 77 guardalinee chiederà sempre il massimo, ma che sarà pronto a perdonarli di fronte agli errori comprensibili. D'altronde lui sa bene cosa significa dirigere in serie A, visto che negli anni '80 è stato un arbitro discreto. Poi è diventato uno dei vice del designatore Casarin nel '91 e di Baldas nel 1997-98, stagione al termine della quale divenne il capo degli arbitri della Can D e quindi, dal 1999-00 ad oggi, quello della Can C. Un ruolo che gli ha permesso di veder crescere quasi la metà dei 41 fischietti dell'attuale Can di A e B che da ieri dirige nel consueto ritiro precampionato di Sportilia. «A loro chiedo meno gestualità, voce alta e sguardi feroci. Per loro sarò un tecnico e un selezionatore, visto che il mio ruolo è identico a quello dell'allenatore di una qualsiasi squadra di calcio. Anche io volta per volta dovrò mandare qualcuno dei miei arbitri in panchina o negli spogliatoi e loro dovranno essere consapevoli che le scelte saranno fatte sempre per aiutarli a crescere». Mattei si porta dietro una fama da duro che non intende certo smentire nella nuova veste, per qualcuno solo provvisoria in attesa del ritiro di Collina. Ma non per lui: «Guardate che io non sono Caronte e che in vita mia non ho mai traghettato nessuno. Certo, la carica è annuale, ma è sempre stato così, non solo quest'anno e mi pare logico che lo sia e che alla fine della stagione chi mi ha chiamato mi valuti e decida se confermarmi o meno».

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