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Torino e Messina sperano. Per il Perugia situazione drammatica

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Dei 29 club i cui bilanci non sono stati giudicati in regola in primo grado, solo quattro hanno rinunciato alla ciambella di salvataggio: Venezia, Andria, Reggiana e Sora. Per non scomparire rimane loro la possibilità di ricorrere al «lodo Petrucci», ripartendo dalla categoria inferiore, ma con un nuova proprietà. La domanda dovrà giungere entro due giorni dal Consiglio del 15 luglio. La Coavisoc, da parte sua, si pronuncerà entro domani, stilando l'elenco delle società che sono riuscite a convincere gli esperti che la loro posizione va letta in maniera più benevola. Impresa non facile, considerato che in appello possono essere riesaminate solo le contestazioni sulle operazioni di ricapitalizzazione (fideiussioni o aumenti di capitale) ma non si può presentare ulteriore documentazione. Tra i club di spicco, resta con il fiato sospeso il Torino. Entro un paio di giorni il patron Cimminelli saprà se il suo estremo tentativo sarà servito a qualcosa, cioè se l'accordo con l'Agenzia delle entrate per la rateizzazione in cinque anni del debito Irpef da 36 milioni di euro e l'approvazione del bilancio, con una manovra da 14 milioni per l'azzeramento dei debiti, bastano a far sì che il club partecipi alla serie A che si era conquistata sul campo. Ancora più disastrata la posizione del Perugia. L'Agenzia delle entrate avrebbe infatti risposto negativamente alla richiesta del Perugia di rateizzare il debito con l'erario. Si tratta di circa 35 milioni di euro, 24 dei quali per imposte non pagate e 11 di mora. Il club avrebbe dovuto inoltre saldare ieri gli stipendi ai giocatori, ma non lo ha fatto. Non è tranquillo nemmeno il Messina, che attende di sapere se la Coavisoc riterrà sufficiente la sospensiva del debito di 15 milioni ottenuto dalla Regione Sicilia. Sul caso della società siciliana ha presentato un'interrogazione parlamentare l'onorevole Antonino Gazzara (Forza Italia). In Senato, invece, la presenterà Salvatore Ragno (An). Per coloro che non passeranno l'esame della Coavisoc restano comunque ancora delle carte da giocare: nell'ordine Camera di conciliazione del Coni, Tar del Lazio e Consiglio di Stato. Tenendo presente che prima o poi bisognerà pur trovare il tempo di compilare i calendari. Si potrebbe doverli attendere ancora un mese. «Siamo fiduciosi - dice il presidente del Torino, Romero - abbiamo presentato il ricorso alla Coavisoc. Siamo fiduciosi perchè abbiamo dato una risposta ai quesiti rimasti insoluti. Di nuovo c'è che abbiamo trovato questa intesa con l'Agenzia delle Entrate, ora speriamo bene. Noi abbiamo avuto un problema di carattere penale (la famosa fideiussione falsa) che esulava dalle nostre responsabilità».

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