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Delvecchio verso Bologna: ma costa troppo

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Un'avventura decennale caratterizzata da molti alti e bassi. E da un record, a pari merito con Da Costa, di reti (9) segnati nei derby. Una decisione che coniuga la volontà del giocatore e della società. Delvecchio ha deciso definitivamente per il divorzio dopo le ripetute esclusioni dalle liste dei convocati. La Roma, per contro, allevierebbe con la sua cessione l'oneroso monte ingaggi, nell'ottica del risanamento societario avviato nella scorsa primavera. Intanto, l'incontro interlocutorio che si è tenuto ieri mattina a Trigoria, ha sortito la classica fumata grigia. Le parti si aggiorneranno a venerdi prossimo. Proprio dopo il derby. Alla riunione tra il suo procuratore Gastone Rizzato e il ds giallorosso Baldini, non ha preso parte l'attaccante milanese, ufficialmente bloccato da un infortunio tendineo. Presente invece la dottoressa Mazzoleni, responsabile investor relator della società giallorossa. Alle difficoltà legate all'elevato ingaggio (2,3 milioni di euro circa), si aggiungono quelle relative alla complessità di analisi per un contratto stipulato subito dopo la conquista dello scudetto. Le molte clausole, i cavilli e le pastoie burocratiche potrebbero rallentare ulteriormente i tempi della cessione. Le pretendenti? Sempre le stesse. Dall'Atalanta al Parma. Ma, soprattutto, il Bologna di quel Carlo Mazzone che lo valorizzò nel ruolo di prima punta proprio dieci anni fa. La società felsinea resta la prima opzione di Delvecchio, anche per le maggiori garanzie a livello tecnico che può offrire rispetto alle altre pretendenti. Da registrare intanto l'opinione dell'avvocato Claudio Pasqualin, agente di molti calciatori, interpellato sul futuro di Antonio Cassano. «Il futuro di Cassano prima o poi, ma più prima che poi, sarà lontano dalla Roma. Non sarà come Totti - ha dichiarato Pasqualin a Radio Radio — e credo quella juventina sia una pista reale». Dar. Ber.

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