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Tregua armata tra Caso e i tifosi

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I tifosi hanno chiesto un chiarimento dopo le frasi pronunciate dal tecnico al termine della gara con il Lecce, pretendendo delle scuse pubbliche. Caso avrebbe parlato di una contestazione premeditata durante la partita contro il Cagliari, nel giorno in cui la sua Lazio sarebbe potuta decollare. Parole dette davanti ai microfoni, registrate da diverse emittenti radiofoniche e televisive. I tifosi sono pronti a firmare la tregua per compattare l'ambiente e far lavorare in tutta serenità la squadra nella settimana che porterà alla sfida di Udine: il loro atteggiamento è propositivo, sono pronti a far rientrare una contestazione già annunciata per sabato mattina. Chiedono una conferenza stampa dell'allenatore con tanto di scuse pubbliche e l'abolizione del silenzio stampa da parte della società. L'aspetto tecnico legato alla panchina della Lazio resterebbe in piedi: anche ieri, dopo averlo fatto a più riprese anche allo stadio, hanno invitato il tecnico a rassegnare le dimissioni. La sensazione, nonostante la tregua, resta comunque quella di una frattura ormai insanabile. CASO vattene...indegno! Lo striscione è affisso sul muro di cinta del centro sportivo di Formello. E' l'imbrunire, i giocatori a poco a poco sfilano via sotto gli occhi di una cinquantina di tifosi: non sono molti, ma rappresentano il cuore della curva Nord, l'anima del tifo biancoceleste. E' la storia del pomeriggio vissuto fuori dai cancelli di Formello. Il clima è sereno, Mimmo Caso arriva alle 17.42. Poco più di cinque minuti di colloquio: un confronto civile, schietto, leale. «Mi dispiace che le mie parole siano state mal interpretate» afferma Caso davanti agli interlocutori che chiedono spiegazioni sulle dichiarazioni rilasciate sabato notte in sala stampa. «Non mi sono mai permesso di dire una cosa del genere, ognuno è libero di contestare a proprio modo». Nel primo pomeriggio l'allenatore aveva avuto modo di parlare telefonicamente con uno dei responsabili della tifoseria laziale, senza trovare un punto d'incontro. Una mossa suggerita dalla società che in questo modo pensava di risolvere un problema ben più profondo. Ma le dichiarazioni di Caso e le relative scuse non risolverebbero comunque l'aspetto della questione tecnica che verrebbe affrontato dopo la trasferta di Udine. «Rassegna le dimissioni, ci stai portando in serie B» è stata la frase ripetuta a più riprese da qualche tifoso, ma il tecnico, di fronte a tale richiesta ha ribadito la sua posizione. «Sarò sempre grato alla Lazio per avermi dato questa opportunità - ha affermato Caso - ma se volete il mio esonero dovete chiederlo alla società». Il tecnico di Eboli si allontana continuando a parlare con uno dei responsabili della tifoseria per quasi mezz'ora. Scuse a parte, i sostenitori chiedono un cambiamento di rotta per il bene di una squadra che sta scivolando nei bassifondi della classifica, ma prima di tornare a discutere della questione tecnica, cercano un punto d'incontro per consentire alla squadra di lavorare nel migliore dei modi in una settimana fondamentale. «Non era mia intenzione fare polemica con voi tifosi che ci siete sempre stati vicini - ha concluso il tecnico - ognuno di voi è libero di fare ciò che crede più opportuno, se volete contestarmi, fatelo. Ma se dovrò lasciare la panchina vorrò farlo a testa alta».

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