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IMOLA — Ha lasciato che fossero i fatti a parlare: anche stavolta è salito sul gradino più alto del podio ...

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Oggi è stata una supercorsa - ha detto Michael Schumacher, alla sua sesta vittoria a Imola - abbiamo scelto di fare pit stop lunghi e la strategia ha pagato. Anche se questa è forse la gara in cui quest'anno abbiamo sofferto di più. Bisogna fare i complimenti a Button e alla Bar: ha fatto un' ottima partenza e nei primi nove giri ha tenuto un ritmo eccellente. Al punto che mi ha fatto venire anche dei cattivi pensieri, cioè che avessi sopravvalutato la nostra strategia». Invece la strategia era perfetta e ancora una volta la differenza l'ha fatta la Ferrari: al momento della sosta di Button, Michael ha messo a segno un giro da assoluto campione (1'20"411, resterà il più veloce di tutta la gara) che gli ha consentito di costruire in un paio di tornate il sorpasso ai box. Quando Michael all'11mo giro è rientrato aveva accumulato un vantaggio tale da potersi fermare, cambiare le gomme, tornare in pista sempre in testa. «Resta il fatto - ha tuttavia sottolineato il campione del mondo - che le Bar sono cresciute molto e temo ci sarà da soffrire in futuro. Ho visto i tempi che hanno fatto a Barcellona e credo che dal prossimo gran premio ci troveremo di fronte a una situazione nuova». La Ferrari, però, resta la Ferrari, dunque nessun problema: «Il risultato di oggi è un risultato da sogno» ha commentato Michael. E a chi gli chiedeva per quale motivo la vittoria di Imola gli desse così tanta gioia ha risposto: «Perchè sono ambasciatore di San Marino. Perchè vincere davanti a questa gente è fantastico. E perchè io quando guido faccio quello che più mi piace fare. E lo faccio al cento per cento». «Guardate - ha aggiunto - questa è una vittoria speciale. E se davvero oggi c'è qualcuno che non è contento, bè, allora io dico che costui oggi era nel posto sbagliato». Lo scorso anno Schumi vinse questa corsa a poche ora dalla scomparsa della madre Elizabeth; quest'anno, inoltre, Imola celebrava il decennale dalla scomparsa di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger. «Ogni anno corriamo a Imola, e ogni volta pensiamo a quello che è successo a Roland e Ayrton. Il fatto che siano passati 10 anni non rende questa cosa più speciale». Chi invece si aspettava qualcosa di più è Rubens Barrichello: il brasiliano infatti non è andato oltre il sesto posto al termine di una gara più difficile del previsto. Per lui la sensazione dell'impotenza è stata un un veleno. Rubens l'ha provata per 62 giri: «Essere lì, sapere che hai una macchina talmente forte da poter vincere eppure essere costretti a stare dietro perchè ogni sorpasso è impossibile, è una sensazione bruttissima. È frustrante». Così il brasiliano ha accolto la sua gara di Imola, con la delusione di chi sa di non aver potuto esprimere tutto il suo potenziale, nonostante fosse partito dalla quarta posizione: «E per di più la mia partenza era stata buona. Ma Ralf (partito quinto, ma dalla parte pulita della pista) si è messo a guidare come se fossimo sui kart ed io per evitarlo sono rimasto imbottigliato nel traffico e mi ha superato anche Sato». È stato quello il momento chiave della gara di Barrichello: da quarto a settimo in meno di un giro per evitare di danneggiare la Ferrari. «Ralf si è infilato sull'erba così per evitarlo ho dovuto lasciare passare anche Sato. È stato il momento chiave della mia gara. Perchè poi per tutto il resto della corsa non ho fatto altro che cercare di superare. Ma era impossibile». Per Rubens fin da quel primo mezzo giro è cominciata un'estenuante gara di pazienza, trasformatasi via via in frustrazione. Fino all'impotenza. «Anche perchè speravo di recuperare qualcosa quando gli altri si sono fermati per le soste. Ma prima ho trovato Sato a farmi da tappo proprio nel giro in cui speravo di trovare pista libera. Poi ai box non sono riuscito a superare Trulli». Dietro alla Renault è così cominciata per Barrichello una gara estenuante. «Tutto però è nato dal modo in cui è partito Ralf - ha detto il brasiliano, molto amareggiato -. Oggi sembrava quasi che gui

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