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di SIMONE VITTA IMOLA — Papà Senna costruì il primo kart per Ayrton quando lui aveva ...

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A dieci anni Senna era già un abile meccanico che cercava qualsiasi stratagemma per fare andare il suo kart più forte degli altri. Milton accompagnava il figlio al piccolo kartodromo di Parque Anhembi dove Ayrton corse fino al compimento del tredicesimo anno, primo anno utile per iscriversi alle gare ufficiali. La prima fu a Interlagos. Ayrton trovò nel giovane connazionale Mauricio Sala un avversario tenace e di grande talento. Il duello tra le due giovani promesse monopolizzò l'attenzione dei molti appassionati dei kartodromi del Brasile. Senna abbandonò i kart nel 1977, quando passò alla categoria 100 cc, conquistando nello stesso anno il titolo brasiliano e quello sudamericano. Ayrton si imbarcò nel 1978 per l'Europa per il campionato del mondo kart a Le Mans. In Francia, Ayrton non vinse, finendo addirittura sesto. Un buon piazzamento per un debuttante, una totale delusione per un vincente come lui. Senna arrivò ad un bivio al Mondiale in Belgio, continuare con i kart o fare il salto per raggiungere il sogno della formula 1. «Formula Ford 1600, poi la 2000, quindi la Formula 3 e infine la Formula 1. Quella era la mia strada, la vita che avevo scelto fin da bambino. I motori erano tutto per me, vivere senza poter provare il brivido del rischio e il sapore della competizione, non aveva senso. C'era solo un problema: chi poteva dare fiducia ad un brasiliano che parlava male l'inglese e amava poco la vita mondana». Nella primavera del 1981 Ayrton Senna da Silva era riuscito a fissare un appuntamento a East Anglia, nell'ufficio di Ralph Firmin, responsabile del team Van Diemen, uno dei migliori team in circolazione. Senna fece cose straordinarie e Dennis Rushen, responsabile della Van Diemen di Formula 2000, impressionato da quel pilota gli propose di correre in Formula 2000. Alla fine dell'anno Ayrton aveva vinto dodici gare su venti, piazzandosi cinque volte al secondo posto, una volta al terzo, una al quarto e una volta al quinto. Aveva trionfato nel campionato Townsend Thoresen e nel RAC ma, all'indomani dell'ultima gara di Brands Hatch, comunicò ai giornalisti la sua intenzione di lasciare le corse per tornare in Brasile. Quello di Ayrton non fù un vero e proprio addio, come molti pensarono, ma un arrivederci. All'inizio del 1982, Senna telefonò a Dennis Rushen e si accordò con lui per la stagione di Formula Ford 2000 che stava per cominciare. Alla fine dell'anno, dopo aver partecipato a venti prove del Pacific British e a nove dell'Efda (il campionato europeo di Formula 2000, ndr.), Ayrton aveva collezzionato 23 vittorie, 2 secondi posti e 4 ritiri. Alex Hawkridge, il direttore sportivo della Toleman, era così convinto delle capacità di Senna che gli propose una sponsorizzazione per correre in Formula 3. Ma lui rifiutò. Il suo obbiettivo non era semplicemente correre in Formula 1, ma vincere. Dopo le vittorie nelle categorie minori Ayrton approda in Formula 1, sembrava che gli riuscisse tutto facile, quasi naturale, ma anche gli dei hanno le loro debolezze. L'importante era sacrificarsi, riuscendo a trasformarle in nuovi punti di forza. Ayrton Senna esordì in formula uno nel gran premio del Brasile del 1984, scomparve il 1 maggio del 1994 ad Imola nella sua undicesima stagione in F1. 'Magic' come è stato soprannominato ha disputato 161 gp vincendone 41, il primo in Portogallo nel 1985 con la Lotus. Dopo l'esordio con la Toleman e la disputa di 14 gare nel 1984, passò alla Lotus dove rimase fino al 1987 vincendo due gp l'anno con 15 pole position. Nel 1988 il passaggio alla McLaren con la quale vinse i suoi tre titoli mondiali in sei stagioni. Senna mai troppo amato nel circuito per il suo carattere introverso conquistò in carriera 65 pole position, 19 giri veloci e 80 podi. Nel 1994 corse tre gp ed ottenne tre primi posti in partenza con la Williams. Poi arrivò il giorno fatale, venne la primavera, e in Italia accadde qualcosa d'inaspettato: un ragazzo,

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