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La solita supremazia Rossa Ma attenzione ai «trichechi»

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Ma la storia della corsa non è già scritta. la Williams-BMW, infatti, ha minacciato l'abituale supremazia della Rossa, forse favorita dall'aver avuto la possibilità di provare il nuovo circuito la settimana scorsa. Una manciata di giri per inaugurare la pista, che, comunque, hanno rappresentato un vantaggio rispetto alla concorrenza. L'episodio, indubbiamente discutibile, ha, fra l'altro, un po' innervosito i vertici della scuderia di Maranello. A prescindere da questa considerazione, la Williams sembra aver ridotto il devastante gap che la divideva dalla Ferrari nella gara inaugurale di Melbourne, appena un mese fa. Ciò non toglie che i favori del pronostico siano tutti per Schumi, con buone probabilità di doppietta. Nel caso, la fuga verso il titolo, sia da parte dei sei volte campione del mondo, sia della squadra, assumerebbe proporzioni imbarazzanti. Continua, intanto, il momento negativo (eufemismo) della McLaren-Mercedes. Simbolo di una resa ormai annunciata è Raikkonen, considerato alla vigilia del campionato il grande rivale di Schumacher, che si ritrova con zero punti in classifica e che questo pomeriggio partirà dall'ultimo posto. Per lui il titolo è già una chimera, vittima della fragilità del motore Mercedes, ma anche di un regolamento assurdo, scritto — guarda l'ironia — per mettere in difficoltà la Ferrari. Le prove non hanno chiarito in quale team individuale la terza forza del campionato. Con la McLaren in crisi sembrava dovesse essere la Renault, che ieri ha visto naufragare Alonso e Trulli conseguire un dignitoso piazzamento. Invece, si sta affacciando alla ribalta una nuova realtà, la Bar-Honda, con la sorpresa, nell'occasione, di Sato più veloce di Button. A questo punto è evidente che le prestazioni nei test invernali della scuderia che fu di Villeneuve non erano un bluff e oggi i suoi piloti potranno aspirare a salire ancora sul podio, dopo l'exploit maleso di Button. Il primo Gran Premio del Barhain ha richiamato presenze illustri, da Alberto di Monaco a re Juan Carlos di Spagna, ma ieri gli spettatori erano davvero pochi. Ma questo sarebbe il meno. A destare sconcerto è stata soprattutto l'atmosfera, asettica, irreale. Uno spettacolo, se così si può definire, da play-station. Purtroppo, è la Formula 1 dei nostri giorni, ormai sport lontano da quello amatissimo da milioni e milioni di fans sparpagliati in ogni angolo del mondo.

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