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BASKET: ANTICIPO DELLA VENTISETTESIMA GIORNATA

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La formazione di Bucchi ha messo sotto una Breil Milano apparsa, a onor del vero, tutt'altro che irresistibile. I capitolini, pur in formazione rimaneggiata (out Righetti, Bowdler, Tonolli e Griffith) e con il solo Helliwell in più, hanno disputato una gara lineare, sfruttando la solita giornata di grazia del duo Barton-Tusek (in due oltre il 50% della valutazione globale di squadra) e trovando strada facendo anche le importanti fiammate di Myers e di un sempre più convincente Mc Leod. Milano, da par suo, ha fatto quel che ha potuto, confermando in toto i limiti di un squadra che nel corso di questa stagione ha conosciuto ben poche serate di gloria e alla quale ieri la malasorte ha tolto anche la fantasia del gaucho Sconochini. Qualche lampo di Cooper, il talento cristallino di Udrih e, obiettivamente, nulla di più o, quantomeno, troppo poco rispetto alla grande voglia di Roma di allungare la striscia positiva aperta con l'insperata vittoria conquistata a Pesaro. Milano, per troppo tempo, è stata Cooper dipendente e non è quasi mai riuscita a far valere la potenziale superiorità sotto le plance, ove Bucchi, oltre al duo Barton-Tusek, ha utilizzato per una manciata di minuti il nuovo arrivato Helliwell, che ha risposto con sufficiente personalità, andando anche oltre le aspettative della vigilia. Bucchi gioca la carta Branch dalla prima palla a due, per cercare di contrastare al meglio il potenziale degli esterni di Carmenati, che tanto conta sull'estro di Cooper e sul talento formato Nba di Udrih. Ma è soprattutto sotto canestro che Roma regge oltre ogni più rosea previsione della vigilia. Tusek, come al solito, lotta come un leone e trova in Barton la degna spalla, mentre Sellers, l'ex di giornata, raramente riesce a far valere peso e centimetri. È soprattutto così che Roma riesce a tenere quasi sempre in mano la testa del match. Al 10' la Bucchi band è avanti di 3, con l'equilibrio che non si spezza nemmeno in prossimità del riposo lungo (40-36 per i capitolini). La seconda parte della gara è più vivace. Carmenati consegna la bacchetta dell'attacco milanese a un ispirato Cooper ma Roma, da par suo, continua a fare bene sotto le plance. L'ultimo sussulto di Milano porta la firma di Coldebella (54-55). Da quel punto in poi, ha inizio il festival delle triple di casa Bucchi: Myers, Mc Leod (2), Barton (2), Bonora (1), bruciano a ripetizione la retina dalla linea dei sogni e Milano va al tappeto, fino al 83-70 finale che rende giustizia ad una Roma decimata ma decisa a vendere cara la pelle fino a quando il campionato darà speranza a chi ha fame e sete di rivincite.

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