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di FABRIZIO MARCHETTI ALL'ATTACCO.

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In fondo è sempre stato questo il dogma manciniano: giocare per vincere, mai speculare sull'avversario. Anche quando si tratta di derby e la posta in palio vale più dei tre punti. È questione di onore, passione e orgoglio, niente a che vedere con la classifica. Serve poco, in fondo, per capire che la stracittadina non è una partita come le altre. E in fondo il concetto l'aveva assimilato al primo respiro della sfida infinita con i cugini giallorossi. «Il mio ricordo più bello? È legato al primo derby, vinto 3-1 dieci contro undici per l'espulsione di Favalli. Segnai l'1-0 con un'azione personale», s'affretta a sottolineare sfogliando l'album delle emozioni. Stasera vuole togliersi una soddisfazione grande così: guidare i suoi ragazzi al successo. Per il quarto posto, per la gente, per la Lazio. A cui si lega per altre quattro stagioni, nel giorno in cui la Roma è scossa dalle dichiarazioni di Totti. «Vivrò almeno altri otto derby», rilancia con determinazione, come a dire che il contratto fino al 2008 sarà onorato a dispetto delle sirene interiste. Mancini e la partita Stavolta ha l'imbarazzo della scelta. «All'andata eravamo contati e avevamo tanti giocatori acciaccati. Stasera sarà diverso». Sulla Roma. «Ha una grande rosa, tante prime scelte e parte favorita anche perché la classifica dice così». Sugli organici. «Loro hanno Totti e tante individualità che possono risolvere la partita in qualsiasi momento, il nostro esempio, invece, è la squadra. Spingerli fuori dalla lotta scudetto? Certo dovessero perdere la loro corsa si complicherebbe, però a me interessa solo la Lazio. E noi dobbiamo arrivare quarti». Una previsione. «Sarà un bel derby. La mossa? Non far giocare Totti, dobbiamo evitare di fargli arrivare rifornimenti, perché può cambiare la partita da solo». Mancini e la Lazio Il tabù è datato 25 marzo 2000. «Però non è un complesso, anche se inevitabilmente ti condiziona. Ai ragazzi chiederò di rimanere tranquilli, di pensare a giocare come sanno. L'anno scorso, d'altronde, in campionato abbiamo collezionato due pareggi ma meritavamo la vittoria in entrambe le sfide». Sull'uomo più in forma. «Certamente Negro, perché è un po' che si riposa: mi sarebbe piaciuto utilizzarlo, ci avrebbe pensato lui. Per il resto mi auguro che la Lazio giochi come sa: tutti i ragazzi meritano una soddisfazione personale». Sulla formazione. «La deciderò all'ultimo momento: certo abbiamo più scelta rispetto alla gara d'andata, a parte Stankovic che non c'è più. Mercoledì sera siamo stati bravi a insistere dopo il rigore sbagliato da Cesar. Un grande secondo tempo, davvero, e una vittoria speciale contro la Juve. Questo ci aiuterà». Il derby dei debiti, qualcuno lo vede anche così. «Spero che le società si mettano a posto, il calcio è un fenomeno sociale di rilievo». Infine Totti e la maglietta. Sorride, Mancini. «Spero che non ci faccia vedere magliette di alcun genere». Già, perché stasera vuole vincere. A tutti i costi.

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