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«Campionato a rischio per 25 squadre»

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«Oggi il 60% dei club sarebbero esclusi». Si spera in un condono

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Questa volta l'allarme arriva dallo stesso presidente della Figc Franco Carraro che dopo tre ore di riunione del consiglio federale ha annunciato il via libera alla regolamentazione per la stagione 2004-05: norme più rigide di quelle che prevede l'Uefa per le coppe europee e che allo stato attuale taglierebbero fuori ben oltre la metà dei club. «Se oggi fosse il termine per presentare la documentazione con le nuove norme approvate il 60% dei club sarebbe fuori» l'analisi del presidente federale. Le nuove norme prevedono, oltre al rispetto dei criteri economico-finanziari richiesti per il rilascio delle licenze Uefa, l'assenza di debiti nei confronti dell'erario al 30 giugno 2003, l'assenza di debiti verso giocatori e tesserati al 30 aprile 2004 e nei confronti di Figc e leghe al 30 giugno 2004. Tutti i club, e questa è una delle novità, devono rispettare non più il parametro ricavi-indebitamento, ma il rapporto Pa, determinato sulla base di una situazione patrimoniale al 31 marzo 2004, nella misura di 0,10 unità di patrimonio netto contabile per ogni unità di attivo patrimoniale, e quello Pd, determinato da patrimonio al 31 marzo 2004, nella misura di 0,25 di unità di patrimonio netto contabile per ogni unità di diritti delle prestazioni dei calciatori. Insomma regole severe, almeno sulla carta, «ma che non servono a niente se non arrivano nuove risorse finanziarie» ha tuonato il vicepresidente di Lega Antonio Matarrese. Un punto sul quale gli ha fatto eco anche Adriano Galliani che, sottolineando il rigore del nuovo intervento votato con la sola astensione dell'assocalciatori, si è detto preoccupato per molti club che senza «robuste iniezioni di capitali» potrebbero non farcela sia in ambito europeo che nazionale. «Chi non è a posto con questi parametri, non può essere iscritto al campionato» ha detto Carraro, rispedendo anche al mittente le accuse mosse a Figc e Lega. «Accusare Figc e Lega dell'indebitamento delle società è come dire che la Confindustria è responsabile dei crac Cirio e Parmalat», ha tagliato corto il presidente federale. Fatto sta comunque che per i club scatta l'ora di risanarsi: ma trovare nuovi capitali in tempi di vacche magrissime e con i bilanci sempre più in rosso non sarà facile. Qualche scappatoia però si profila, almeno sul piano fiscale, visto che la scadenza del pagamento dell'Irpef resta una delle spine nel fianco dei club. La speranza resta infatti legata all'arrivo di un condono, o meglio di una legge ad hoc: i cui contenuti potrebbero essere discussi oggi in una riunione tecnica, forse all'agenzia delle entrate, a cui al momento non dovrebbero prendere parte esponenti dello sport (se la Figc dovesse partecipare potrebbe andare Francesco Ghirelli), per dare il via libera a una legge per le Spa a fine di lucro (e quindi anche le società di calcio) tale da consentire o uno sconto sul debito fiscale o il pagamento di una rata che garantisca almeno l'iscrizione al campionato e poi la rateizzazione spalmata su cinque anni. Un quadro normativo che potrebbe vedere la luce già dalle prossime sedute del consiglio dei ministri. «Sarebbe una bella soluzione» dice Matarrese, interpretando di fatto le speranze dei club con situazioni a rischio. Tra questi ci sono anche quelli della Capitale, il cui stato dallo stesso Matarrese è stato definito «drammatico». E oggi il presidente della Roma, Franco Sensi, era tra i presenti a via Allegri scortato dal ds Franco Baldini ma anche dai legali del club giallorosso, su cui pesa anche il termine di fine mese per la licenza Uefa e il via libera per la prossima Champions League.

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