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SOLUZIONE «fatta in casa» per il nuovo marchio del Coni.

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Adesso sotto la scritta Italia in azzurro c'è uno scudetto tricolore (ma può essere anche una coppa o addirittura «le scie dinamiche dei nostri colori di bandiera»), e ancora più sotto i cinque cerchi, anche nella versione con «Coni» in azzurro: opera di Area di Romano. L'Italia dello sport, comunque, funziona. La Rai ha messo a disposizione le immagini delle Olimpiadi che, con altri documenti già del Coni, hanno fatto da splendido sfondo a una cerimonia che ha voluto essere informale, sia pure nel motto retorico «uniti sotto la bandiera dello sport italiano». E così Maffei e Mentana si sono punzecchiati su sport e tv recitando a soggetto con la conduttrice D'Amico. Il governo è intervenuto con il «grande amico» Gianni Letta, l'ex presidente e ora sottosegretario ai Beni culturali Pescante, e il sottosegretario all'Economia Contento, colui che da sempre segue i problemi di Coni SpA e dei concorsi pronostici passati ai «suoi» Monopoli; sono intervenuti anche il delegato allo sport del Comune di Roma, Gianni Rivera, e il presidente della Provincia, Gasbarra. «Le istituzioni - ha detto Letta - devono essere a servizio dello sport e non devono invadere lo sport»: musica per le orecchie del Coni. Il presidente del Comitato olimpico, Gianni Petrucci, ha sottolineato che si tratta del primo logo da quando il Coni è gestito da Coni Servizi SpA: «Coni SpA - ha detto Petrucci - è il braccio operativo del Coni. Non ne abbiamo risentito più di tanto, e anzi ringrazio tutti i presidenti federali per la pazienza». Poi una vecchia questione: «In Italia il calcio è il primo sport e sempre lo sarà. Questa monocultura, però, non deve opprimere gli altri sport». La sfilata degli atleti conferma la gloria dell'Italia che è stata e che è, a partire da Savino Guglielmetti, 92 anni, ginnasta due volte oro a Los Angeles 1932. E poi Paola Pezzo, Stefania Belmondo, Jury Chechi, Dino Meneghin, Andrea Giani («Penso che in questo momento - dice il pallavolista - sia il Brasile la squadra da battere») e tanti altri. Il calcio non è mancato, con il presidente della federazione Franco Carraro (ex presidente del Coni, come Gattai e Pescante) e il ct della nazionale, Trapattoni. «Se giocassi al calcio oggi avrei delle difficoltà a marcare Totti, un po' com'è stato in passato con campioni come Pelè». Poi il logo è sceso dalla cupola dell'avveniristica struttura montata dentro il Palasport: accompagnerà gli azzurri ad Atene 2004 e a Torino 2006.

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