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Ora niente feste pensiamo solo alla classifica

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Sei gol al Siena, troppa grazia: e così dalla depressione profonda del dopo-Ancona torniamo all'altrettanta perniciosa euforia sfrenata. Un'altalena che rappresenta forse il problema più complesso, per la squadra e per la società. Non conosce mezzi termini, la Roma, che si appunta sul petto le medaglie di un doppio primato, il maggior numero di gol segnati, la difesa meno battuta. Cifre esaltanti, delle quali purtroppo tiene soltanto minimo conto la classifica. Non flettono Milan e Juventus, ma chiaramente è l'incedere della capolista a preoccupare maggiormente questa Roma lanciata all'inseguimento. Non la consolano i momenti difficili patiti dalla capolista in un derby comunque problematico per tradizione. Rimontare due gol alla rivale cittadina non è mai agevole ma, per chi ha seguito la partita con un minimo di attenzione, è apparso evidente che tra le due formazioni esisteva un gap tecnico pesantissimo, dato apparso solare anche quando il punteggio premiava l'Inter ben oltre i meriti espressi. Sta giocando benissimo, il Milan, un giocattolo bello e divertente: anche se il capriccioso bambino che ne detiene la proprietà sta facendo il possibile per ridurlo a un ammasso informe di latte e di molle inservibili. Ancelotti ha la scorza dura e la saggezza dell'agricoltore benestante, sopravviverà anche a queste provocazioni: che fa maggior torto, forse, a qualche valletto dei teatrini dei nostri tempi. Dunque torna d'attualità l'invito rivolto alla Roma dal tifo più ragionevole e sensibile, di guardare esclusivamente al proprio impegno domenicale, ignorando i problemi delle rivali dirette. Fare affidamento, insomma, sulle risorse di una squadra che regala momenti di autentica favola. E meno, considerata la giornata di riposo della Juventus di fronte all'Ancona, sulla splendida vena attuale di una Lazio che un guardialinee distratto ha privato, a Verona di una vittoria onestamente guadagnata. Il Milan scenderà all'Olimpico, domenica sera, con qualche residua tossina dell'impegno settimanale di Champion's, ma con la convinzione e la determinazione di sempre, Le qualità che hanno prodotto finora cifre da capogiro. A Parma, la Roma dovrà giocare senza neanche chiedersi che cosa potrà accadere qualche ora più tardi. Di fronte a una squadra che sta facendo sberleffi alle proprie sventure economiche, una squadra capace di andare a battere la Samp a Marassi, ci vorrà la Roma migliore e più concentrata, indipendentemente dall'impegno in Uefa, comune del resto ai rivali di turno. Dovrà augurarsi, la Roma, anche una fortuna meno arcigna di quella che ha guardato negli occhi i giallorossi ad Ancona. Dove, è giusto ricordarlo ai campioni dell'equilibrismo dall'attico al sottoscala, nei primi venti minuti la Roma aveva forse giocato meglio di quanto non abbia mai fatto domenica contro il Siena. Fosse andato dentro uno solo di quei palloni, sarebbe finita in goleada, come nel pomeriggio della consacrazione definitiva di Antonio Cassano. Se non altro, i sei gol garantiscono una settimana serena, lontana da ridicoli isterismi.

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