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Il brasiliano vuole restare: «Ma capisco che cedermi potrebbe essere utile» Nel fine settimana il suo procuratore sarà nella Capitale: incontro lunedì

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L'appello di Emerson «Roma non vendermi»

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Il perno centrale del centrocampo giallorosso, il brasiliano Emerson, esce allo scoperto e chiede piuttosto apertamente alla società di non essere ceduto. Vorrebbe rimanere in questo gruppo, continuare a vincere con la Roma e magari concludere all'ombra del Colosseo la sua carriera da calciatore. Lo dice alla vigilia di un incontro importante tra la società e il suo procuratore Gilmar Veloz che sarà in Italia a partire da domani, ma che arriverà a Roma lunedì proprio per discutere con Sensi & Co. il rinnovo del contratto del brasiliano. Un rinnovo troppe volte rinviato, che vede attualmente la società in una posizione di forza (il contratto di Emerson scade nel 2005), ma che rischia di complicarsi e compromettere seriamente il futuro nella capitale di quello che è attualmente considerato uno dei centrocampisti più forti al mondo. Lui Emerson, «Emy» per amici e compagni di squadra, non ne ha mai fatto una questione di soldi: o almeno non «solo» di soldi (deve ancora percepire arretrati riguardo i diritti di immagine dell'anno dello scudetto). Vorrebbe garanzie da una società che in questo momento probabilmente non può darle. «Ho sempre cercato di essere sincero in momenti come questi — attacca il brasiliano su SPQRadio — so che prendere in giro la gente non paga mai. Per questo sono consapevole del fatto che la Roma potrebbe avere la necessità di vendermi per risolvere alcuni suoi problemi finanziari e per questo dico che la mia partenza potrebbe non essere una follia». Ma della sua volontà non fa mistero: «Io voglio restare. Amo Roma, la Roma, i tifosi. Nessuno pensi che io voglia fuggire. Ma sono consapevole del fatto che il giocatore Emerson può valere molti milioni e che esistono delle squadre in grado di pagare questi soldi». Prende tempo, perché queste cose vanno ponderate, discusse e analizzate con calma. «Adesso però — continua — è il momento di stare tranquilli, anche se il dubbio rimane e non dipende solo da me. Una cosa è certa: mi dispiacerebbe tantissimo andare via. Spero che le cose si risolvano in fretta e che possa continuare a stare tanti anni ancora alla Roma». Poi, inevitabilmente, si arriva al calcio, quello giocato e alla grande stagione giallorossa. «Inutile nasconderlo, quest'anno il nostro obiettivo è lo scudetto. Il prossimo passo è vincere ad Empoli: nessuna partita è vinta prima di essere giocata quindi cerchiamo di vincere per arrivare poi in forma al sei gennaio quando incontreremo il Milan. I nostri diretti avversari? A guardare la classifica dovrei dire Milan, Juventus e Inter. Ma a questo punto sono certo di una cosa: lo scudetto dipende da noi. Il nostro imperativo è vincere, vincere sempre». Sulla squadra e i compagni non ha mai avuto dubbi, ma solo certezze. «Mancini? Un grande. È la sua prima stagione a questi livelli, questo significa che può solo migliorare. Cassano poi è cresciuto moltissimo, la gente non lo immagina nemmeno. Se continua così arriverà lontanissimo. Su Totti che dire... in questo momento sta bene ed è tranquillo. Vederlo cosi da calma e tranquillita' anche a noi. Ma in questo momento stanno bene tutti. De Rossi? È talmente bravo che dovrò preoccuparmi del posto. Ha una personalità incredibile. La cosa bella è la sua umilta». Chiusura tra auguri e scaramanzia: «Auguri a tutti e speriamo di continuare così e vincere lo... non lo nomino, ma stiamo lavorando per questo: se Dio vorrà».

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