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Attenti a non perdere di vista gli obiettivi

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il tacco di Montella, il tacco di Cassano, i tacchi di Totti e perfino di Dellas (ma sì!). E poi cucchiai, un intero servizio, argento massiccio per la produttività, non fini a se stessi. Anche quando non vanno a buon fine, se l'intenzione è giusta: il portiere, in qualche caso, può essere bravo come te, vedi quell'ultimo minuto del Delle Alpi, che i romanisti sperano non debba essere ricordato con una pietruzza nera. Avesse tirato forte, a occhi chiusi, Totti sarebbe a quest'ora l'artefice di un primato solitario. Purtroppo, aveva ancora sufficiente lucidità per tentare il colpo che, nel suo giudizio, avrebbe dovuto essere quello vincente: è andata male, ma la scelta era forse quella giusta. Si parla di quell'episodio, a distanza di un paio di mesi, perché per molti tifosi ha rappresentato il solo campanello d'allarme che la Roma attuale abbia fievolmente azionato in questa stagione. Bella, bellissima. Troppo bella? Non è difficile tornare con la memoria a quella trionfale cavalcata, negli anni, del Milan di Capello: così cinico, così sparagnino, così invunerabile, così poco disposto a far divertire gli altri. Ma i tifosi rossoneri, loro erano più che felici di quel che la squadra produceva in soldoni-scudetto. Un atteggiamento, sia pure assai meno pronunciato, rimproverato talvolta alla Roma dell'ultimo tricolore: talvolta avara nella proposizione offensiva, ma con una bocca da fuoco, Batistuta, capace di risolvere qualsiasi eventuale problema. Qualcuno, meno attento alle vicende internazionali, aveva perfino dimenticato che Don Fabio, non obbligatoriamente temporeggiatore, aveva proposto insieme scudetto e spettacolo alla guida di un Real Madrid che pure non vantava un potenziale paragonabile a quello del Barcellona, umiliato e battuto. In realtà, Capello ha sempre saputo adeguare il gioco della squadra alle propensioni dell'organico a sua disposizione. Dategli un complesso che sappia supportare il genio con un'adeguata risposta atletica: e lui saprà vincere divertendo, proprio come vorrebbe sempre il tifoso. La Roma sta giocando con la disinvoltura, la serenità, le genialità che i suoi assi le garantiscono. Se tutto riesce facile, diventa normale perfino la ricerca del colpo a sensazione. E se le percentuali di riuscita lievitano costantemente, non è facile tornare al giochino elementare. Personalmente, non ritengo che questo presunto narcisismo possa rappresentare un boomerang. A patto che nello specchio delle brame ci si specchi sempre al momento giusto, senza perdere di vista gli obiettivi primari, Anche divertirsi, senza esagerare, rappresenta una chiave di vittoria. Più produttiva dell'ansia, del vincere «a ogni costo», del cinismo, Quando si hanno gli uomini giusti, quando i hanno i piedi giusti.

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