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«Rispettare autonomia dello sport»

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Giuliano Urbani parla per la prima volta del caso Catania in una intervista all'ADNKRONOS. E invita le istituzioni sportive a non «litigare» sulla vicenda che tiene ancora in sospeso l'esito del campionato di serie B, se non vogliono finire con «l'indebolirsi e favorire un clima di rivendicazioni e uno scarso rispetto per le norme». Evitare questo rischio, aggiunge, è un dovere soprattutto per chi «tiene di più al prestigio e alla credibilità dell'autogoverno sportivo». Quanto all'esito della vicenda, secondo il ministro per i Beni Culturali, nominato commissario ad acta per il caso dal Tar di Catania, andrà risolta «sul piano giuridico, rispettando ruoli e sfere di competenza. Ciò premesso non capisco francamente perchè si dovrebbero bloccare retrocessioni regolarmente sancite dal campo», afferma Urbani sottolineando l'importanza di difendere i «principi etici e normativi su cui si regge il sistema sportivo». «In base a ciò che risulta finora -risponde Urbani a chi gli chiede il suo giudizio- il caso Catania sembra costituire una vicenda a sè, da risolvere sul piano giuridico, rispettando ruoli e sfere di competenza. Comunque vada, l'importante è che non intacchi l'autonomia dello sport ed il suo ordinamento, posto che il problema nasce da sentenze diverse di suoi organismi giuridici. Se ne discute, semmai, la legittimità». Ma il ministro aggiunge una riflessione sui possibili esiti del caso. «Ciò premesso -dice infatti- non capisco francamente perchè si dovrebbero bloccare le retrocessioni regolarmente sancite dal campo, perchè si dovrebbero anticipare riforme già calendarizzate, perchè si dovrebbero vanificare gli esiti dei campionati e ledere i diritti, anche economici, di chi si è conquistato la permanenza in essi. Soprattutto non capisco perchè si dovrebbero demolire i principi etici e normativi su cui si regge il sistema sportivo, annullandone la credibilità». «Perchè -si chiede Urbani- partecipare a una sfida, lottare per raggiungere un traguardo, se poi chi perde viene riammesso in base a qualche escamotage improvvisato a tavolino?». Il ministro rivolge anche un appello ai vertici dello sport italiano affinchè evitino lo scontro. «Dovrebbe essere evidente -sottolinea infatti- che la litigiosità con cui si affrontano le istituzioni sportive finisce per indebolirle e favorire questo clima di rivendicazioni, questo scarso rispetto per le norme. Evitare questo rischio rappresenta un dovere per chiunque. A cominciare proprio da chi più tiene al prestigio e alla credibilità dell'autogoverno sportivo».

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