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Pierluigi come Re Mida L'oro la sua vita

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Ama solo vincere. Sempre. Contro tutto e contro tutti. E anche stavolta, dopo essere arrivato a Roma, ha visto anche il Papa. Diavolo d'un Pierluigi. Natura vincente, quello che tocca, come Re Mida, è destinato a diventare oro. Una carriera intrisa di sudore e di successi. Nel suo dna c'è la vittoria. L'oro senza sesso, da esportare ovunque, perché Formiconi, che di pallanuoto ne mastica come pochi, ha saputo vincere laddove l'impresa era ritenuta impossibile. Ha riportato a galla un Recco che aveva imboccato una china pericolosa, ha vinto il suo primo mondiale a Il Cairo con la Nazionale giovanile maschile, gli stessi atleti che poi sono diventati simboli del Settebello. Ha vinto a Roma, portando nella Capitale uno scudetto atteso 20 anni. E poi il Setterosa, il suo fiore all'occhiello. Due mondiali, quattro titoli europei, l'oro che non sfiorisce mai. Grande personaggio. Ha cambiato il Setterosa ma continua a vincere. Gli manca l'Olimpiade. A Sydney non c'era per uno strano gioco del destino. Adesso punta verso Atene, per saldare un conto, per galoppare nelle praterie dell'immenso perché come dice il presidente Petrucci, l'oro olimpico è qualcosa di speciale. Proprio come Pierluigi.

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