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Lazio, il punto della situazione

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Tuttavia, prescindendo dal dettaglio esatto o ancora sospirato, meravigliano le puntuali schivate dell'allenatore di Jesi quando dovrebbe prefigurare progetti futuri. Impossibile decifrare pensieri chissà quanto rassicuranti, mentre pare imminente la decisione morattiana di non mollare lo sfigato Cuper. Meno arduo immaginare i tormenti fra cui l'artista, sempre negato agli interisti, procede ammutolito, quasi giudicasse irriproducibili certi prodigi appena archiviati causa mutilazioni indispensabili al risanamento finanziario. Lui desiderebbe trattenere Stam, Stankovic e Corradi, cioè i riferimenti più affidabili sotto l'architettura superba che fruttò il quarto posto e l'ammirazione dovuta agli squattrinati diventati virtuosi sulle rovine dell'epopea cragnottiana. Lui, il Mancio, non accetta l'idea di ricominciare da Birindelli, Blasi, Juliano e Zalayeta (o Di Vaio), come imporrebbero la carestia carogna e soprattutto le proposte juventine fatte l'altro ieri a Baraldi. Quale organico ne deriverebbe prima d'affrontare il capzioso preliminare di Champions League? Come rigenerare le intese morali e gli automatismi che scintillarono dentro l'anomalo boom dei «figli di nessuno»? Mancini ha litigato spesso nella nuova sede di via Borgognona, senza giustificare appieno gli orientamenti prevalenti. Discussioni aspre, alleggerite giusto dalla richiesta di gradite alternative ai gioielli eventualmente ceduti. L'elenco risulta preciso: solo Legrottaglie, girato in comproprietà da Moggi, attenuerebbe i rimpianti per Stam; andrebbe bene di Vaio e non altre soluzioni; vietato cedere Fiori e Stankovic; imperdonabile lasciarsi soffiare l'impagabile Corradi. Ma Baraldi e Cinquini attendono il Cda del 10 giugno, dove il provvidenziale aumento di capitale precederà l'ingresso dei tre presunti salvatori. Sì, Ricucci, Merloni e Ligresti avranno subito l'obbligo di tranquillizzare Roberto, ultimo vanto laziale corteggiato anche dal Barcellona tramite lo sponsor Guardiola. E non sarà facile resistere all'appeal dei catalani, qualora nello sprint verso quella presidenza vincesse proprio la cordata cui piace tanto l'emergente di Formello. Che privilegerà l'occasione migliore, con buona pace di Geronzi.

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