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GIANNINI stoppa un pallone a centrocampo, apre sulla fascia destra per Conti, discesa dell'azzurro e palla nel mezzo per Totti.

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Tredici anni dopo ancora le stesse emozioni, la stessa voglia di esserci, lo stesso amore per la maglia giallorossa. E la festa inizia, non prima però della contestazione immaginabile. Dalla Sud cori contro Sensi, bersagliato a più riprese. Poi dalla zona più calda della Sud arrivano fischi per Capello e applausi per Zdenek Zeman: il boemo che ha calcato per due anni la panchina giallorossa. È la coda degli striscioni apparsi a San Siro in occasione della fina di Coppa Italia dove l'area giallorossa aveva esposto una sentenza: «Capello facce 'n favore, a Milano restace». Poi è festa vera, con il presidente che consegna un ricordo al mitico Pluto, e la presentazione delle due squadre che da lì a poco s'affronteranno per l'amichevole che chiude il cammino i giallorosso di Aldair. Entrano tutti, chiamati dallo speaker uno alla volta, tra i boati (esagerati quelli per Zago, Assunçao, Conti, Carboni e Konsel) e qualche fischio. Ronaldo ha mantenuto la promessa ed è arrivato in extremis per salutare l'amico pur non giocando: «Non potevo non esserci, Aldair mi ha insegnato molto. La finale di Champions? Sono felice per i miei amici milanisti». Moratti incassa. L'Olimpico si traveste da Maracanà, la colonna sonora della serata non può che cullarsi su ritmi brasiliani: il Samba s'impossessa dello stadio e la gente impazzisce quando Pluto fa il suo ingresso in campo. «Per 13 anni la maglia hai onorato... nel nostro cuore un posto ti sei conquistato» spunta dalla Sud che dimentica polemiche ed altro e torna a festeggiare il suo campione. Lui, Aldair, non trattiene le lacrime e prende il suo posto in campo per l'ultimo atto. Difficile definire la partita tale (per gli amanti dei numeri finita 3-3 con gol di Totti, Di Francesco e Aldair ovviamente), è più una passerella, uno show di «vecchie» glorie. Certo, vedere la difesa a quattro schierata con Zago, Aldair, Samuel e Candela, fa pensare: peccato, forse quest'anno avrebbe fatto comodo e magari incassato meno gol. Romario segna il primo gol del Brasile e dalla Sud s'alza il coro: «Franco Sensi comprace Romario». L'obiettivo è sempre il numero uno giallorosso e il saluto della Tevere ci mette il carico da undici: «Ciao Aldair ultimo uomo del NOSTRO PRESIDENTE... capito!?»: Sensi lo ha capito di certo. Ma l'Olimpico ha memoria d'elefante e applaude invece le giocate di quel piccoletto col 7 sulle spalle che l'ha fatto impazzire per anni. Conti che lancia da trenta metri, che mette la palla sui piedi di Totti è un sogno che resta tale: la vita, purtroppo, ha i suoi tempi. Già e quello di Aldair a Roma è finito assieme a quel numero 6 che la Roma esporrà da oggi a Trigoria e che nessun altro vestirà mai più. Quando Pluto dopo aver consegnato la «sua» maglia nelle mani di Sensi, sparisce nel tunnel dell'Olimpico, la gente scoppia in lacrime... sa che da lì non uscirà mai più. Addio Pluto, Roma ti saluta. Tiz. Car.

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