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Il tecnico non ufficializza l'intesa con la Lazio. «Il contratto? Ne parleremo lunedì» «Con Baraldi siamo quasi d'accordo ma manca la firma. Voglio aprire un ciclo»

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Mancini ritarda il matrimonio

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Chi s'aspettava l'ufficialità però dovrà ancora attendere. Questione di tempo, forse di dettagli, certamente di prospettive. Perché la Lazio non ha dubbi e diffonde una verità che si specchierà con l'epilogo ormai noto: Mancini rimarrà alla corte biancoceleste, nocchìero di un'altra avventura da vivere tutta d'un fiato. Lui, il tecnico più corteggiato dell'anno, fa spallucce, cioè rimanda il «sì» di qualche giorno. «Il contratto? Ne parleremo lunedì, ora c'è una partita da giocare. Sono state scritte troppe inesattezze sul mio conto, è vero solo quello che viene dalla mia bocca. Tra me e la società non ci sono mai stati problemi, Baraldi ha detto che siamo quasi d'accordo, e non metto in discussione questo, ma ora non voglio parlarne». Quel «quasi», sinonimo d'accordo da definire, stride con l'annuncio del giorno prima fatto dall'amministratore delegato, magari solo in chiave apparente. Anche perché Mancio specifica nel corso del faccia a faccia che «di comunicazioni si parlerà solo dopo la firma». Quella ancora manca ma il fatto è notorio, nel senso che Baraldi l'aveva anteposto. Insomma le due bottiglie di prosecco offerte gentilmente dall'Harry Potter della Nord all'intera sala stampa servono solo a brindare alla stagione che va. Per l'intesa fino al 2008 sarà necessaria un'altra cornice, un'altra data e chissà cos'altro. Forse solo un modulo federale e qualche dettaglio. Da lì a credere che l'Inter sia tornata alla carica ce ne passa. Mancini resterà biancoceleste perché così vuole Capitalia, l'attuale management Longo-Pessi-Baraldi e la cordata d'imprenditori destinati a rilevare la società. E chiaramente la squadra e la tifoseria, i due cardini imprescindibili del discorso. Certo è che chi si aspettava roboanti dichiarazioni d'amore per sempre è rimasto spiazzato. Il tecnico ha preso tempo tempo perché vuole parlare dell'intesa raggiunta solo quando sarà messo nero su bianco. E poi l'accordo non è una cosa da poco tempo. Si parla di un quinquennale con ampi poteri, una strategia da disegnare a tavolino e da proiettare con convinzione nel futuro. Insomma non solo nel 2004 ma soprattutto oltre. Un impegno gravoso che Mancio vuole onorare dando dimostrazione, ulteriore, di fine capacità. Le parti sono in sintonia: per questo la società ha dato l'annuncio, anche se il tecnico avrebbe preferito non parlarne. Ieri sera ha scritto un messaggio personale sul sito biancoceleste. «Condivido i programmi societari», questo il senso per evitare equivoci. Baraldi ha accelerato i tempi per dissipare i dubbi dopo la sortita milanese del Mancio. Il puzzle è stato già composto, ora va solo consegnato alla piazza, all'opinione pubblica, alle antagoniste. La società non ne fa un problema. Longo, Pessi e Baraldi minimizzano con un eloquente «non ci sono problemi», ora bisogna solo fissare la data per la firma. Che per Mancini è fondamentale, come l'aumento di capitale per la Lazio. Poi si penserà al futuro, e lui parla già da leader e tecnico. «Ringiovaniremo la squadra, con attenzione a qualche offerta che ci presenterà il mercato. Ho un budget a disposizione? Non lo so, io segnalerò dei nomi alla società, poi si deciderà». Sfida all'Udinese Le attenzioni del tecnico sono proiettate, ufficialmente, sulla sfida di oggi con l'Udinese (ore 15, diretta Stream), ininfluente solo per i meno attenti. Mancio ci tiene, eccome. «Voglio rimanere la squadra meno battuta del campionato e magari centrare il record di vittorie esterne nella storia del club e di questo campionato. Rimpianti? Si, ho sbagliato formazione contro il Porto, all'andata. E potevamo avere tranquillamente 70 punti in campionato e competere fino alla fine per lo scudetto». Intanto sul fronte societario venerdì prossimo (in mattinata) è stato fissato un importante Cda per fissare il prezzo di collocamento delle azioni, il numero di azioni da emettere e per definire il prospetto da consegnare alla Consob, relativo alla ricapitalizzazione da 110 milioni. Solo più avanti si scio

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