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di DANIELE DI MARIO CE l'ha fatta, l'Italia, a riportare a casa la Coppa dei Campioni.

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Merito della Juve, che, battendo il Real Madrid, è andata a fare compagnia al Milan. «Ho visto la migliore Juve della stagione», ha commentato Marcello Lippi dopo l'epica sfida contro le merengues, «abbiamo dato tutto, creando tantissime occasioni da rete, giocando bene in difesa, con grande umiltà, velocità e aggressività, stando sempre molto concentrati. Ero sicuro che la Juve avrebbe giocato così, anche se in settimana ho evitato di caricare la squadra di eccessive responsabilità o pressione. Certe partite i giocatori le sentono già senza il loro allenatore. Vorrei segnalare la capacità che ha avuto questa squadra di difendersi con sette uomini per poi contrattaccare. Con ripartenze veloci abbiamo fatto la differenza. Il rigore parato da Buffon? È stato determinante, perché, se Figo avesse segnato, ci avrebbe messo nei guai. Ma io non ho mai dubitato del fatto che avremmo pututo fare altri gol al Real e, infatti, la terza rete di Nedved ne è stata la prova». Già, Pavel Nedved, che dovrà saltare la finalissima: «L'ammonizione del ceko ha rappresentato l'unica macchia in una grande serata. Pavel è un giocatore straordinario, un trascinatore, che molte volte ha preso per mano la squadra. La sua assenza si farà sentire, ma possiamo vincere anche senza di lui». Poi, il tecnico juventino ha parlato di un'insolita finale tutta tinta d'azzurro: «Che strano incontrare il Milan a Manchester, la meta ambita da tutti ad inizio stagione. Però alla finale penseremo dopo, prima meglio recuperare le forze. Il pronostico? Partiamo alla pari, può vincere chiunque. Loro ci hanno sconfitti e hanno piegato il Real. Ma anche noi li abbiamo battuti, eliminando i madrileni. Ripeto, partiamo alla pari». Occhi lucidi e visibile commozione per Umberto Agnelli, intervistato nell'anti-stadio: «È stata una grande partita, giocata in modo eccezionale dalla Juventus. Di questo devo ringraziare i giocatori, è tutto merito loro questa grande impresa». Titubante quando gli è stato chiesto a chi volesse dedicare la finale appena raggiunta. Umberto Agnelli ci ha pensato un po' su, ha esitato, poi ha risposto: «Alla squadra». Affermazione secca, che, però, non ha lasciato tutti convinti. In cuor suo, il primo tifoso juventino, di sicuro stava pensando a Gianni Agnelli, che amava la Vecchia Signora come fosse una sua figlia.

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