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Roma, anche Emerson bussa a quattrini Ha fiducia nel presidente: «Aspetto di parlare con Sensi, che con me è sempre stato preciso»

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Pochi schiamazzi, nessun ultimatum, solo la richiesta, legittima, di un giocatore verso la società. È un altro pezzo «pesante»: Emerson. Il brasiliano dichiara amore alla Roma, dice di voler restare a vita, ma spiega che non dipende solo da lui. La sintesi è: caro Sensi parliamo del futuro e facciamolo in fretta. Dall'estero aumenta la pressione dei club che vogliono scippare alla Roma i suoi pezzi pregiati. Ma il suo futuro Emerson lo immagina ancora a Roma. «Non si può dire con certezza che resto — attacca il brasiliano — perché non dipende solo da me. Questi sono giorni importanti per la definizione del mio futuro il mio procuratore è in Italia e potremmo gettare le basi, ma abbiamo tempo per farlo. Io ho un contratto fino al 2005 e non ho fretta adesso penso solo a giocare e con la fretta si rischia di fare cose sbagliate. Io devo pensare solo a giocare, del contratto si occupa il mio procuratore». In realtà Gilmar, l'uomo che si occupa della parte contrattuale di Emerson, è venuto a Roma mercoledì per sistemare alcune pratiche private del giocatore (la separazione con la moglie, ndr) e ieri è partito per il Portogallo per seguire un altro dei suoi assistiti. Tornerà a Roma in occasione della finale di Coppa Italia e in quei giorni si incontrerà con Baldini per definire un accordo che lo stesso ds giallorosso definisce «tranquillo». Insomma Emerson, tranne stravolgimenti dell'ultima ora, resterà a Roma. E sembra che questo sia proprio ciò che il giocatore vuole. «Io qui sto molto bene e prima di parlare con altre squadre vorrei farlo con Sensi, lui ha il diritto di avere la priorità su tutti. Io sono corretto e lo è sempre stato anche lui con me. Questo è un altro dei motivi che mi spingono a restare perché nel calcio non è facile trovare persone come lui. Credo mi voglia bene e io farò il possibile per restare». Anche secondo Emerson la trattativa non dovrebbe avere intoppi di rilievo: certo, si discuterà di un adeguamento economico anche relativo ai nuovi parametri del mercato. «Spero sia una cosa semplice. Io a Roma sto benissimo e non importa che non facciamo la Champions, anche se da cinque anni che sono in Europa l'ho sempre giocata. Ma non ho nel contratto l'obbligo di giocarla e poi non mi sembra che gli ultimi tre anni qui siano da buttare. Appena arrivato ho avuto la fortuna di vincere lo scudetto. Il calcio è in crisi? Tutti le sappiamo, per questo dobbiamo parlare. Per ora il presidente non mi ha proposto una riduzione dell'ingaggio. Chissà, magari mi darà un aumento. Se adesso c'è una crisi e possiamo fare qualcosa per aiutare le società ne dobbiamo discutere con loro. Non è dura per i giocatori ridursi l'ingaggio e ognuno di noi ha le sue responsabilità nella squadra a prescindere dal contratto». Si punta tutto sulla difesa Sul fronte mercato, una nuova strategia sembra affiorare a Trigoria. Frena la corsa all'acquisto dell'attaccante (l'ultimo nome è quello di Carvallo del Porto Alegre), mentre diventa primario l'acquisto di un difensore. Il primo obiettivo resta Legrottaglie, per il quale la Roma adesso è disposta a spendere qualcosa in più e reagire alla pressione della Juve che sta facendo la corte al giocatore. Baldini ha buone probabilità di chiudere la trattativa per riscattare definitivamente Dacourt, ma nel caso il Leeds dovesse pretendere tutti i sei milioni di euro ipotizzati all'inizio della trattativa, c'è pronta l'alternativa: si tratta sempre di Appiah, che adesso si potrebbe comprare per qualcosa attorno ai nove milioni. Forse anche meno.

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