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Milan e Inter, l'importante è vincere

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Una sostanziosa fetta di speranza per non guardare allo scudetto a tinte bianconere come ad un lungo rimpianto. La partita meneghina è un derby dei piani alti ma anche dagli umori spenti di nerazzurri alle prese con una serie di passi falsi che hanno messo il fiatone ad una rincorsa ad intermittenza e di rossoneri in crisi di identità e di gioco e costretti a dare fiducia illimitata al tecnico per evitare squilibri psicologici. È anche una sfida tra tecnici sotto processo sotto la quale si nasconde minaccioso un risultato che provocherebbe una doppia sconfitta: il pareggio è un male reciproco che non può dare soddisfazioni alla classifica e neppure alle ambizioni rossonereazzurre. Non serve a nessuno. E Inter e Milan faranno il possibile per evitare di annullarsi. I proclami di una vigilia tesa e piena di pathos e tensione sono gli stessi di sempre. Formazioni pensate ma non rivelate, strategie tattiche ormai note ma con la promessa di qualche rivoluzione tattica (Milan formato Formula uno con la sola punta Shevchenko?), adrenalina da vendere tutta in una notte, centri di gravità da fermare (Vieri da annullare, Serginho da imbrigliare). Dalla più tumultuosa sponda rossonera Ancelotti confida sulla prestazione vincente dell'andata e non mette in dubbio il successo («Passeremo noi, facendo gioco e tenendo palla»), il collega Cuper ci va più cauto, invita i cugini a ricordare che la sua Inter non è solo del Vieri goleador infallibile, e si limita a sottolineare che la vera arma in più stasera (ore 20.30, diretta Tele+Nero) è la migliore gestione non tanto del centrocampo ma della stanchezza. «Un giorno in meno di riposo conta. Non farà la differenza di una partita ma alla lunga può incidere parecchio» fa sapere il tecnico argentino sottolineando il piccolo vantaggio del Milan che ha giocato in Champions League con 24 ore di anticipo. Il derby sarà anche «simile in tutto il mondo, qui, in Spagna e in Argentina», ma Cuper al secondo anno in Italia sa di bluffare giocandosi in questa fase della stagione molto più di un match specale; il derby «conta molto per tutti perchè c'è in palio una speranza» e Ancelotti sa di non sbagliare. Peserà da una parte il ko di Coco ma conta di più il recupero di Emre (uscito affaticato dalla sfida col Valencia) e il rientro di Recoba in coppia con Vieri (Crespo e Batistuta in panchina), dall'altra «disturbano» le assenze di Pirlo, Seedorf e Redondo ma sarà determinante il ruolo del rifinitore Rui Costa schierato più decentrato e l'onda d'urto di Serginho, artefice del successo rossonero del 23 febbraio scorso e pronto ovviamente a fare il bis.

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