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Sanremo 2024, la finale: Bolle, le foibe, i fischi e la sparata di Ghali

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Nel Sanremo dei record e dei brutti fischi a Gelier, tra tanta musica uptempo e poche ballad, tra tante gag di cui almeno una venuta decisamente male come il ballo del qua qua di John Travolta, con il FantaSanremo che impazza tra fiori regalati ai Maestri d’orchestra, baci in platea a Mara Venier e ringraziamenti alla mamma, anche il Televoto impazzisce. A tal punto da indurre Amadeus/Belzebù, come lo ha ribattezzato all’inizio della settimana Fiorello, a rassicurare sul fatto che tutto sarebbe tornato presto a posto (anche se i problemi continuano a lungo, secondo gli utenti di X). Ad Amadeus è toccato anche redarguire il pubblico dell’Ariston tornato a fischiare e rumoreggiare dopo la lettura della prima classifica parziale, proprio come dopo la vittoria di Geolier nella serata dei duetti. «È giusto: è come essere allo stadio, ci sono i gruppi, i fan ed è giusto che sia così. Ci sta il disappunto, ma vi chiedo il rispetto per tutti i cantanti in gara». A dare una mano al conduttore/direttore artistico, come da cinque anni a questa parte, ci pensa lui: «Ciuri», l’amico di una vita chiamato a fare gli straordinari nell’ultimo.

 

Sanremo di una cinquina in crescendo. Fiorello raddoppia l’Ariston con l’Aristonello dove per una settimana ha condotto (redarguito anche al telefono dalla mamma che ieri notte lo ha invitato ad andare a letto) «Viva Rai2...Viva Sanremo!» fino a stasera, in cui è venuto il suo turno di prendere servizio come co-conduttore, «coco». Arriva sul palco in versione Michael Jackson, vestito di fili con la Compagnia ucraina di danza hi tech cantando Vecchio Frack sul tappeto musicale di Billie Jean di Michael Jackson. «Per fare questo numero sono stato in carica tutto il pomeriggio», ride alla fine del numero. Si rivolge ad Amadeus, «non un uomo, né un partito politico, ma col 67% una coalizione. Vince le europee e conquista l’Eurovision». E al figlio di Amadeus: «José, gli italiani ti hanno visto crescere su quella poltrona. L’anno prossimo che farai, te tocca andà a scuola. Jose Sebastiani con il codice 01, interrogato». 

 

È anche la serata di Roberto Bolle con il suo Bolero danzato con 18 danzatori del Bejart Ballett di Losanna, di Gigliola Cinquetti che celebra i 60 anni di Non ho l’età, e del ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata nella Giornata del ricordo. introdotto da Io che amo solo te di Sergio Endrigo, artista nato a Pola che, ricorda Amadeus, fu profugo con la madre nel 1947, a causa della cessione dell’Istria alla Dalmazia. «Un dramma vissuto da tanti connazionali perché le milizie di Tito misero atto una strage di massa: nelle foibe è morta una quantità incredibile di persone, una delle pagine più tragiche della storia».

E anche il Sanremo dei ringraziamenti e degli appelli dei cantanti in gara: BigMama si rivolte «a tutte le persone insicure, dovete credere nei vostri sogni», i Negramaro esclamano «Viva la libertà, viva la pace». Mahmood ringrazia «tutti gli artisti che in questi giorni ci hanno dato la loro visione del mondo: viva le differenze, viva la libertà di pensiero comunque». Fiorella Mannoia fa suo l’appello «Restiamo umani».  Arriva anche la sferzata che nonmancherà di far discutere: l’appello allo «stop al genocidio» dall’alieno che accompagna Ghali. 

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