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Vasco Rossi in concerto a Roma. Il Komandante come Ben Hur mattatore al Circo Massimo

Carmen Guadalaxara
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Oggi è il giorno di Vasco. Per la prima volta nella storia della sua carriera il rocker di Zocca si esibirà al Circo Massimo. Si replica anche domani, previsti 140mila spettatori nella Capitale. «Finalmente siamo di nuovo insieme, Finalmente la fine del mondo – confessa Vasco. Finalmente torniamo a divertirci. A sognare, a ballare, ad assembrarci e accoppiarci. Viva la musica, l’amore e la vita».

Vasco Rossi e la sua tribù on the road again, per un lungo tour (11 date), che si concluderà a Torino il 30 giugno. Sono arrivati da ogni parte d’Italia, intere famiglie per godersi questo evento. La macchina è spettacolare. Si partirà alle 21.00. Un'esplosione di luci, 1500 i corpi illuminanti e potenza audio da 750.000 watt su di un palco che si nutrirà di scorribande a chitarre sguainate, fiati che invitano al divertimento, ultima novità di quest’anno sono congas e timbales che danno un sapore afro agli arrangiamenti. C è anche il suono magico della lap steel guitar.

A poche ore dall’inizio del concerto Vasco – ha spiegato quanto sia stata importante Roma per la sua carriera. «Negli anni ‘80 era difficilissimo fare del rock in italiano. Le prime case discografiche non mi distribuivano abbastanza e i miei concerti qui erano semi deserti. Poi arrivò il famoso 14 luglio del 1990 che cambiò tutto: era il Fronte del Palco e allo Stadio Flaminio quella sera vennero 60.000 persone. Da allora abbiamo riempito lo stadio Olimpico 20 volte, di cui 2 volte nel 2007, e 4 nel 2016, con un poker indimenticabile. L’ultima volta è stata nel 2018, sempre all’Olimpico e, guarda caso la coincidenza, erano proprio l’11 e il 12 giugno. Il pubblico mi riserva sempre un affetto incredibile. Il migliore dei riconoscimenti che si possa avere da questa città, così nobile così antico. Sono carico ed esaltato per queste serate. Fatemelo dire perché ne son davvero fiero: nemmeno gli Stones e nessun altro fino ad oggi e non vedo l’ora di suonare! Come diceva Russell Crowe ne Il Gladiatore: “Al mio segnale scatenate l’inferno».

Vasco regalerà due ore e mezza di canzoni. Le canzoni dell’ultimo album ci sono quasi tutte, la prima è «XI comandamento» e l’ultima è la title track «Siamo qui». Le altre sono distribuite lungo le ore del live, nelle prime dieci, la hit «La pioggia alla domenica», qui nella versione originale (quella con Marracash è sulle piattaforme digitali per Save the Children) e il rock della fluida «L’amore l’amore». Inedite a concerto perché non hanno ancora mai potuto essere eseguite dal vivo sono le recenti: «Se ti potessi dire» (2020) e «Una canzone d’amore buttata via» (2021). Poi ci sono i classici ripescati dagli anni 80 Amore aiuto», Blasco ‘82 doc, un capolavoro d’ironia, mai cantato dal vivo prima (dall’album «Vado al massimo», 40 anni quest’anno). La giocosa «Ti taglio la gola», brano cult molto amato (dall’album «Cosa succede in città», ‘85). «Muoviti», da «Liberi Liberi». Una preziosa «Toffee» d’annata con tanto di suggestivo assolo di sax (che richiama l’originale di «Cosa succede in città» ‘85, e «Anima fragile» struggente (video elaborato in 3D sugli schermi). Roma sarà l’occasione per presentare il suo nuovo singolo, uscito ieri, «L’Amore L’Amore», quarto estratto dall’ album «Siamo Qui”, che sarà disponibile anche nelle versioni: originale, remix e video live.

Cosa aspettarci da questo concerto? L’immaginario è quello di un Circo Massimo che in unico abbraccio questa sera canterà a squarciagola le sue ballad: «Un senso», «Stupendo», «Siamo soli», «Senza parole» (suggestiva la clip che il regista live Pepsy Romanoff ha ideato per i megaschermi: il libro «La versione di Vasco» brucia in reverse, si ricompone dalla cenere perché le parole rimangono ndr.). Un successo annunciato per il rocker. Vasco parla alla gente col linguaggio comune, senza distanze poetiche. L' uso della metafora gli è del tutto sconosciuto, e del resto non ne ha alcun bisogno i proclami sono spietatamente diretti, e puntualmente riscuotono consensi fragorosi.

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