Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Perché Diletta Leotta ha lasciato Can Yaman. "Certe cose in Turchia..." cosa c'è dietro la rottura?

  • a
  • a
  • a

La storia d’amore tra Diletta Leotta e Can Yaman è giunta al capo linea già da giorni ma la loro liaison continua a destare interesse. Nello specifico, ora, a far chiacchierare sono i retroscena della loro rottura. Secondo alcune indiscrezioni lanciate dal paparazzo, esperto di gossip, Alessandro Rosica, tra l’attore turco e la conduttrice di Dazn non ci sarebbe mai stato nulla di vero se non un accordo per ottenere ulteriore fama.

 

Nel corso del tempo però tra i due sarebbe poi maturata un’attrazione, che ha di fatto portato entrambi ad instaurare una relazione. Fra i divi ci sarebbero stati anche rapporti intimi, stando a quanto viene riportato, come confermato da alcune persone di servizio che lavoravano negli alberghi dove la coppia ha avuto modo di alloggiare in questi mesi. Attualmente i loro rapporti non sarebbero distesi, a confermarlo è la siciliana stessa ai microfoni di “Verissimo” che ha svelato che al momento “siamo lontani”. Secondo Rosica, i due avrebbero litigato al tal punto di concludere il contratto prima del previsto, a prendere la fatale decisione sarebbe stata proprio la Leotta. 

 

“È stata Diletta a dire basta, perché non ce la faceva più anche per l’atteggiamento di Can Yaman. Lui ha uno stile di vita che in Turchia non sarebbe stato tollerato. Gli piace divertirsi, a volte è un po’ eccessivo, e per questo il suo migliore amico e bodyguard nonché tuttofare gli sta vicino per prendersi cura di lui”, racconta l’investigatore social.

 

In merito alle lacrime di commozione versate dalla giornalista nel salotto di Silvia Toffanin ha sentenziato così: “È falsa”. Sottolineando come da questa relazione sia Diletta sia Can avrebbero tratto diversi vantaggi. Sponsor, popolarità e progetti lavorativi nuovi avrebbero convito i due a legarsi sentimentalmente? Chissà. La Leotta, dal canto suo, nell’ultima intervista in tv ha precisato il suo dispiacere per chi “ci accusava che era tutto finto”.

Dai blog