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Mirabella fa la pelle a Speranza sui vaccini. La vendetta per lo spot (disastroso) sul Covid?

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Michele Mirabella, il volto rassicurante della medicina pop, fa la pelle al ministro Roberto Speranza e al commissario per l'emergenza Domenico Arcuri. Il tema a Titolo Quinto, la trasmissione di Rat3, è naturalmente quello del vaccino anti-Covid. "Non ho ancora ottanta anni e non so quando farò il vaccino. Per capirlo serve avere una laurea in cibernetica o conoscere qualche sottosegretario - attacca il conduttore tv tra il serio e il faceto -  Ho incontrato due medici che stanno già alla seconda dose, e io ancora niente. Mi dicono che devo andare sul sito. Ma quanti ottuagenari oggi sanno andare su un sito?", protesta il popolare conduttore di Elisir

 

In collegamento c'è anche il virologo Pier Luigi Lopalco assessore in Puglia che lo invita (Mirabella è di Bitonto) per fare il vaccino. Mirabella pare interessato ma spera che non gli capiti l'AstraZeneca. Quando parte a testa bassa ad attaccare l'efficacia, inferiore agli altri sieri, che ha spinto l'Aifa a consigliarlo solo per chi ha meno di 55 anni, il collegamento salta e dopo un blocco pubblicitario si passa ad altro. 

 

A cosa si deve tanto risentimento da parte di uno, come Mirabella, che ha sempre rappresentato la bonarietà, anche quando era nella "banda" di Renzo Arbore? A pensar male potrebbe avere un ruolo il disastroso spot istituzionale sul Covid. Ve lo ricordate? Mirabella in tv diceva sicuro: "La trasmissione del coronavirus colpisce le vie respiratorie ma non è affatto facile il contagio". 

 

Protagonista di quella pubblicità progresso col marchio del Ministero della Salute c'era proprio lui, Mirabella. A quei tempi il Covid c'era solo in Cina, almeno così si pensava, e si credeva che bastasse lavarsi le mani per non beccarselo. Poi è andata come sappiamo. Una "vendetta" sul filo dell'ironia per l'improvvida figuraccia? 

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