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Salvini: rivedere i parametri Ue, la priorità è la riduzione delle tasse

Il Carroccio sfonda a Riace e Lampedusa: "Gli italiani vogliono un'immigrazione regolare"

Davide Di Santo
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Salvini all'attacco su Flat tax, Tav e deficit. Il leader del partito che alle elezioni europee ha incassato un jackpot che supera il 34% dei voti, chiede subito di riscuotere il premio. Il grande sconfitto della competizione, Luigi Di Maio, cerca di parare i colpi, miscelando dichiarazioni di distensione ad avvertimenti. Come sul fisco, con il leader del Carroccio che mette il taglio delle tasse al primo posto, e Di Maio che risponde: "Prima facciamo il tavolo sulla flat tax e meglio è. Se ci sono i soldi facciamola". Insomma, va bene realizzare la riforma ma prima bisogna trovare le risorse. Ma tra i dossier della discordia tra Lega e M5s, è la Tav a tenere subito banco, sin da quando comincia ad essere chiaro il responso delle urne. A spiegarlo è il vincitore: "Gli italiani, con il voto per le elezioni europee, hanno dato »un mandato chiaro: andate e fate", incalza Salvini. La risposta del numero uno dei M5s non si fa attendere: "Non cercheremo lo scontro", assicura Di Maio, lasciando però il dossier in mano al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il capitolo conti pubblici è uno spin off dei primi due. Da una parte, si chiede di escludere le spese delle infrastrutture dal deficit e, dall'altra, si vorrebbe portare avanti la battaglia per ottenere lo sforamento del tetto del 3%, che farebbe tanto comodo per attuare la riforma fiscale. "Non siamo noi che vogliamo sforare", è la premessa di Salvini. "Non ho voglia di sfidare nessuno, ma non sto a impiccarmi a un parametro, un numero o una regoletta". Sembra quasi una risposta quella che arriva da Bruxelles, forte dei risultati elettorali, e della possibilità di confermare l'attuale alleanza (con l'aggiunta di liberali o verdi). Oggi la Commissione dovrebbe inviare all'Italia una lettera per chiedere chiarimenti sui rialzi del debito. La prossima scadenza, già fissata, sarà quella del 5 giugno, quando la Commissione europea pubblicherà le raccomandazioni sull'Italia, con le quali potrebbe aprire una procedura alla luce delle deviazioni sui conti.

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