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Cellule staminali potenti alleate della vista

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Lotta a malattie rare e retinopatia diabetica per garantire autonomia a chi rischia la cecità

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Il primo Congresso della Fondazione Bietti si è svolto a Roma nel 1980. Era volto a presentare i risultati e a diffondere in Europa una nuova tecnica chirurgica «la vitrectomia» nata dagli studi del gruppo riunito in Miami attorno a Robert Machmer ideatore della tecnica; gruppo del quale facevo parte. In effetti l'ultima parte del XX secolo ha registrato in oftalmologia un impegno importante volto al miglioramento e alla creazione di nuove tecniche chirurgiche. Il titolo del IX Congresso, sostenuto dalla Fondazione Roma partner del Irrcs, sintetizza il programma dei temi svolti «New diagnostic and therapeutic frontiers in ophthalmology» dove la ricerca farmacologica e quella tecnologica hanno dimostrato di aver preso campo offrendo nuove prospettive di cura rivolte a malattie finora ritenute incurabili. Le biotecnologie sviluppate nel corso dell'ultimo decennio in oftalmologia stanno avendo un impatto considerevole sulla vita di milioni di persone. Le nuove terapie hanno cambiato le prognosi di numerose malattie, sia frequenti come la degenerazione maculare legata all'età e il glaucoma, o rare, come le distrofie retiniche ereditarie. L'uso clinico di nuovi biomarcatori basati sulla tecnologia a ottica adattiva per la diagnosi ultra-precoce delle patologie retiniche rappresenterà nei prossimi anni uno dei mezzi più efficaci per prevenire la perdita di vista derivante dalle patologie più aggressive, tra le quali la retinopatia diabetica. L'uso delle nuove terapie basate sulle cellule staminali e sulla terapia genica sta dimostrando i primi successi terapeutici per il trattamento di gravi patologie oculari, come il deficit di cellule staminali limbari e le distrofie retiniche. Più che mai tuttavia in questi ultimi anni la ricerca in campo medico e in particolare in quello oftalmologico e divenuta quasi esclusivamente traslazionale in rapporto alla restrizione dei fondi usufruibili. Maggiormente che in passato vengono prese in considerazione le malattie rare verso le quali si apre una speranza di cura. Rimane tuttavia più attivo l'interesse verso le patologie che rappresentano le maggiori cause di ipovisione o cecità nei Paesi occidentali: la degenerazione maculare legata all'età per la quale esistono oggi terapie efficaci per rallentare la forma più aggressiva «essudativa» e con qualche iniziale prospettiva anche per ciò che concerne la forma atrofica; il glaucoma nemico cosiddetto «silenzioso» della vista in rapporto a una progressione a lungo priva di sintomatologia soggettiva e la retinopatia diabetica che rimane la principale causa di cecità in Italia e nei Paesi industrializzati. Senza cedere a eccessivi trionfalismi è possibile affermare che il progresso nella cura e lo stimolo alla prevenzione permettono oggi di poter conservare nei soggetti affetti da queste forme una visione che quanto meno li rende autonomi. * Presidente Irccs Fondazione G.B. Bietti Presidente IX International Meeting «New Diagnosticand therapeutic frontiersin Ophthalmology»

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