
Campidoglio, da Gualtieri a Raggi: ecco chi snobba l'Aula. La classifica

Qualche conferma, in positivo e in negativo, e diverse new entry nella classifica dei consiglieri capitolini più e meno presenti in Aula, ma anche nelle commissioni e in tutti gli altri impegni istituzionali in cui si richiede la loro partecipazione. Perché al di là di un mero elenco, il conto delle presenze è importante in quanto serve a stabilire se gli eletti hanno diritto o meno di ricevere lo stipendio pieno dal Comune. Da maggio 2023infatti sono stati eliminati i gettoni di presenza, sostituiti da un’indennità pari al 45% di quella ricevuta dal sindaco, ovvero 6.210 euro lordi al mese. Cominciamo subito col dire che, nell’anno appena trascorso, tutti i consiglieri hanno rispettato il parametro principale per ricevere l’indennità: aver partecipato ad almeno il 60% delle sedute di Assemblea capitolina, che nel 2024 sono state 105, quindi l’asticella era fissata a 63.

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Da qui si parte per valutare il risultato individuale, tra chi quest’anno ha fatto l’en plein (Carmine Barbati della Lista civica Gualtieri, che è anche vicepresidente dell’Aula) e chi, al contrario, si è piazzato ai piani bassi della classifica annuale. La «top 3» delle presenze in Assemblea capitolina vede ai primi posti due consiglieri della civica Gualtieri: Barbati, appunto, con 105 su 105, e stavolta anche Giorgio Trabucco, con 103. Medaglia di bronzo per Dario Nanni (gruppo misto), consigliere che storicamente risulta tra i più presenti in Aula Giulio Cesare e che l’anno scorso ha raggiunto quota 102. A seguire, con 101, i dem Giulia Tempesta e Giammarco Palmieri. «Quota 100» raggiunta dalla capogruppo del Pd, Valeria Baglio; da Ferdinando Bonessio (Europa verde); da Nella Converti (Pd); da Alessandro Luparelli di Sinistra civica ecologista - che nel 2023 era primo - e da Mariacristina Masi di Fratelli d’Italia. Arriviamo alle note dolenti.

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Sull’anti-podio troviamo due conferme rispetto al 2023: solo 77 presenze per Giovanni Caudo, di Roma Futura, che tuttavia percepisce metà indennità, e 82 per Paolo Ferrara, consigliere del Movimento 5 Stelle a cui invece, nel terzo trimestre 2024 (ultimi dati disponibili sul sito di Roma Capitale), è stato corrisposto lo stipendio pieno. A pari merito con 80 un’altra pentastellata, Linda Meleo, e Francesca Barbato (FdI). Anche in questo caso la prima risulta aver ricevuto mezza indennità e la seconda la cifra piena. La classifica però cambia quasi del tutto se si considerano anche le partecipazioni alle commissioni, alle riunioni dei capigruppo e agli uffici di presidenza. In questo caso i primi tre sono due dem e un leghista: il presidente della commissione Turismo, Mariano Angelucci (500), Daniele Parrucci (462) e Fabrizio Santori della Lega (423). Medaglia di legno per Baglio (422). Sul fondo della classifica troviamo di nuovo Caudo (197), che peraltro è presidente della commissione speciale Pnrr, la consigliera di Sce Michela Cicculli (252), presidente della commissione Pari opportunità, e terzultima l’ex sindaco Virginia Raggi (M5s), ferma a 257 e tra i meno presenti anche nel 2023.

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Sia Cicculli che Raggi nel terzo trimestre 2024 risultano aver percepito l’indennità piena mentre, tra i consiglieri pentastellati, solo Daniele Diaco non è sul fondo di nessuna delle due classifiche. Una menzione a parte riguarda, per il loro ruolo, il sindaco Roberto Gualtieri e la presidente dell’Assemblea capitolina, Svetlana Celli. Nel 2024 il primo cittadino è stato presente in Aula dieci volte; 15 l’anno prima e 18 nel 2022. Un dato più o meno in linea con il sindaco precedente, ovvero Raggi, che nel 2020 partecipò all’Assemblea 16 volte mentre l’anno dopo arrivò a 22, nonostante il mandato finito ad agosto. Sono state 99 invece nel 2024 le presenze in Aula di Svetlana Celli, che quindi ha anche presieduto le sedute, mentre aggiungendo commissioni, capigruppo e uffici di presidenza si ferma a 167. Un dato che però va considerato rispetto alla particolarità dell’incarico della presidenza. Volendo infine fare i «conti in tasca» ai consiglieri, scopriamo che da luglio a settembre le loro indennità hanno pesato complessivamente sulle casse del Campidoglio per 768.798 euro. Poco più di 250 mila al mese.
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