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Roma, bacchettata Antitrust: "Servizio taxi inadeguato"

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Francesca Mariani
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L’Autorità garante della concorrenza ha inviato a Roma Capitale, ma anche ai Comuni di Milano e Napoli, una segnalazione sulle criticità relative al servizio taxi «a danno degli utenti, in termini di qualità ed efficienza». Secondo l’Antitrust, in sostanza, le auto bianche sono poche e l’indicazione agli Enti locali è di aumentare le licenze superando il tetto del 20% già autorizzato dal Dl Asset. Oggi nella Capitale le licenze attive sono 7.982, pari a 2,8 ogni mille residenti. Del tutto insufficienti, segnala l’Authority, che evidenzia «una diffusa e strutturale inadeguatezza del numero delle licenze attive rispetto alla domanda del servizio taxi. Questa situazione ha generato un numero molto elevato di richieste inevase e di tempi eccessivamente lunghi di attesa per l’erogazione del servizio».

 

 

Per l’Antitrust è ora di aprire il mercato alla concorrenza e per questo andrebbero adottati «in tempi brevi i bandi di pubblico concorso per l’assegnazione delle nuove licenze». Necessario anche un monitoraggio più puntuale della qualità del servizio. «Tre grandi città governate dalla sinistra, tre disastri sul piano della viabilità- sottolinea la deputata di Fratelli d’Italia Alessia Ambrosi - Roma, in particolare, col sindaco Roberto Gualtieri sta conoscendo una situazione di continuo decadimento e di degrado indegno a tutti i livelli». Dal governo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a commentare la vicenda. «Anche l’Antitrust sollecita i sindaci a intervenire. Possono utilizzare le nuove norme per dare più licenze e più servizi da subito».

 

 

Roma Capitale, tuttavia, ha chiarito fin da subito che non aderirà alle procedure introdotte dal Dl Asset. «Ci stiamo avvalendo della legge Bersani. Ma se non si mette ordine da un punto di vista normativo è impossibile risolvere il problema», afferma l’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè. Intanto il dialogo è in corso con i sindacati dei tassisti in vista della pubblicazione di un bando comunale da mille licenze permanenti e 500 stagionali. Troppe secondo Loreno Bittarelli, presidente di Radiotaxi 3570, che raccoglie circa la metà delle auto bianche romane. «Il sindaco rilasci subito 300 licenze - ha suggerito - vediamo cosa succede e valutiamo se poi ne servono altre».

 

 

E mentre il Campidoglio è impegnato anche nella revisione delle tariffe («abbiamo chiesto una proposta entro e non oltre Natale», spiega Nicola Di Giacobbe, segretario di Unica Taxi Cgil) l’assessore Patanè torna a segnalare la peculiarità della stazione Termini, dove spesso per riuscire a salire su un taxi le attese sono interminabili. «Non basta l’aumento delle licenze- commenta Patanè - a Termini nessuno vuole prendere una corsa fino a piazza Venezia perché non conviene». E allora, ecco la proposta: istituire un turno ad hoc. «Servirebbe un "turno Termini" spiega l’assessore- con cui obbligare i tassisti, diciamo dalla licenza 500 alla 1.341, in una fascia oraria che potrebbe essere dalle 22.30 all’una, ad andare a prendere i clienti solo alla stazione». Per farlo però «si deve poter mettere il Gps ai taxi, quindi bisogna intervenire sulla legge del 1992».

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