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Roma, il racconto choc della tassista aggredita: “Ho avuto paura di morire”

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Giuseppe China
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«Sono così impaurita e scossa che non riesco a guardare i video dell’aggressione che ho ricevuto. Rischio la vita - lavorando - e questo è inaccettabile». È ancora tremante la voce di Simona, tassista a cui la scorsa domenica è stata quasi completamente distrutta la macchina da tre delinquenti in piazza della Chiesa Nuova. Immagini che in poco meno di una settimana sono diventate virali e che raccontano «lo stato di abbandono in cui vive la città». La considerazione di Simona è amara e paradossale: «Andando alla stazione di Chiesa Nuova ho sbagliato. Era il mio primo giorno di lavoro dopo le ferie e quasi la fine del turno: avrei staccato alle 16. È risaputo che proprio quell’area è frequentata quotidianamente da balordi, ubriaconi e drogati, ma non c’ho pensato». A Simona è bastato poco per comprendere che la situazione non fosse diversa dal solito. «Quando sono arrivata uno dei tre soggetti che mi ha aggredita stava molestando pesantemente alcuni turisti. Così ho deciso di allontanarmi il prima possibile. Ma è stato inutile. I calci e i pugni del primo aggressore hanno richiamato l’attenzione degli altri due». Pausa.

 

 

La tassista riprende il suo racconto: «Erano in tre: due italiani e un africano. Tutti giovani. I residenti della zona e non solo li conoscono tutti. Circostanza che mi è stata confermata anche in caserma Farnese, dove ho presentato denuncia per atti vandalici, lesioni e danneggiamento». Perché non è riuscita a scappare con la sua vettura? «Avanti avevo un collega che non si spostava, forse non aveva capito cosa stava accadendo. Pure dietro c’era un’altra macchina. Ero in trappola. Un inferno che è durato circa cinque minuti. E tra l’altro sono stata fortunata perché non avevo inserito le sicure, volendo avrebbero potuto aprire le portiere della vettura».

 

 

Inutili le sue richieste d’aiuto, «chiamate la polizia», riprese dai video. Senza dimenticare che nelle fasi più concitate della vicenda uno dei tre delinquenti le grida: «Dammi le chiavi». «La macchina è in pessime condizioni: lunotto posteriore distrutto e paraurti da sostituire. Inoltre - prosegue Simona - consideri che prima di dieci giorni la macchina non mi verrà restituita dall’officina. Il conto dei danni ammonta a 1.200 euro circa. Sono molto amareggiata. Nessuno dei presenti mi ha aiutata. Eppure c’è una cosa che mi inquieta di più: sono stata aggredita perché ero l’unica donna».

 

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