Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La Regione Lazio si riprende i fondi non utilizzati: scaduti finanziamenti per quasi 200 milioni

Antonio Sbraga
  • a
  • a
  • a

Non ci sono soltanto i fondi Pnrr a rischio per gli enti locali. Comuni e Province spesso fanno “scadere” anche i finanziamenti più ordinari, come quelli concessi dalla Regione, che ha appena cancellato ben 171 milioni e 389mila euro fra perenzioni e prescrizioni di fondi assegnati (ma non incassati e risalenti fino a 20 anni fa). L’intero stock di perenzione della Regione al 1 gennaio 2022 ammontava a quasi un miliardo (999.876.450 euro): ora è diminuito a 805 milioni. Perché la Regione ha effettuato un «riaccertamento dello stock dei residui perenti», ossia l’operazione contabile che comporta l'eliminazione delle partite debitorie non più dovute ai vari creditori. Per quanto riguarda la perenzione ha cancellato 41 milioni e 688mila euro di somme dalle scritture contabili per le quali è scaduto il termine massimo di conservazione in bilancio. Mentre, per quanto concerne la prescrizione estintiva, la definitiva perdita del diritto a percepire la somma riguarda ben 129 milioni e 701mila euro, non riscossi entro il 31/12/2022 dai vari enti.

 

 

«Le strutture regionali hanno prodotto provvedimenti amministrativi con cui si richiede l’eliminazione di partite perenti, in quanto non più esigibili, per un ammontare complessivo pari ad euro 41.688.907». Importi assegnati fino a 20 anni fa e mai utilizzati, ora “cancellati” a enti che pure battono sempre cassa alla Regione. Come l’ex Provincia di Roma: a Palazzo Valentini sono stati cancellati 8 milioni e 118mila euro di stanziamenti «non più esigibili». Ma anche le altre Province: Latina (un milione e 255mila euro) e Frosinone (2 milioni e 291mila euro). E finanche le Comunità Montane (247mila euro), abolite 7 anni fa, ma solo sulla carta: dal 2016 ad oggi sono costate alla Regione oltre 40 milioni di euro. Di cui un milione per le sole indennità erogate ai commissari liquidatori, in carica da 39 mesi: per estinguere le 22 Comunità Montane del Lazio, secondo la legge regionale, avrebbero dovuto, «entro 90 giorni, fare l’inventario e il bilancio di liquidazione degli enti». Ma invece sono ancora lì, assisi sulle poltrone più alte fra le alture delle burocrazie montane, con un costo di 421.198 euro l’anno destinate al pagamento delle indennità in favore dei commissari liquidatori, «incaricati di portare a termine le procedure per la trasformazione degli enti in unioni di comuni montani».

 

 

Ma sono andati in perenzione pure alcuni fondi destinati alle stesse società regionali: Lazio Crea (un milione e 68mila euro) e Lazio Innova (10 milioni e 985mila euro). Anche gli importi da cancellare per prescrizione al 31/12/2022 riguardano molti Comuni, a cominciare dal Campidoglio: al creditore Roma capitale sono stati cancellati 9 milioni e 492mila euro, a Frosinone 9 milioni e 681mila, a Civitavecchia e Sora un milione. Ma la fetta più grande è stata cancellata alle varie Asl e pure alle aziende ospedaliere con le perdite più alte d’Italia: San Camillo-Forlanini (un milione e mezzo) e Umberto I (un milione e 606 mila euro).

 

Dai blog