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Che è successo a Malagrotta, giallo sui costi della discarica. Nuovo progetto

Matteo Vincenzoni e Martina Zanchi
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Sulla discarica di Malagrotta la Regione lascia e raddoppia. Il vecchio progetto di «capping» da 120 milioni di euro è stato accantonato dagli stessi uffici regionali che nel 2018 l'avevano approvato.

Ora, dopo quattro anni persi e nessun intervento volto alla copertura "tombale" del sito, come nel più classico "Gioco dell'oca", si riparte da capo con un nuovo progetto, stavolta da 250 milioni, più del doppio di quello iniziale, la cui copertura economica è un rebus lontano dall'essere presto risolto.

Tutto inizia quando la società E.Giovi, proprietaria della discarica chiusa nel 2013, propone alla Regione Lazio un progetto definitivo per la copertura dei lotti esauriti, ormai pieni di immondizia. Costa appunto 120 milioni e gli uffici lo approvano nel dicembre del 2018. Qualche mese prima, a luglio, la Srl viene tuttavia posta in amministrazione giudiziaria su decisione del tribunale di Roma.

Ed è proprio la nuova gestione a voler ignorare il primo progetto per il «capping» e a commissionarne un altro a una società diversa da quella che ha redatto il primo e per il quale la E.Giovi avrebbe già accantonato i fondi necessari. Il nuovo piano d'intervento ora prevede invece 250 milioni. Passano gli anni e il sarcofago della discarica di Roma Capitale, come pure i cittadini che vi abitano intorno, non può far altro che attendere una soluzione che invece tarda ad arrivare. Il tema non è solo far partire la procedura tecnica, ma anche e soprattutto trovare i soldi. È solo con il governo Draghi che si individua una strada percorribile. Il 18 febbraio 2022 il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà assume l'incarico di commissario per la messa in sicurezza del sito: il suo compito sarà quello di procedere all'adeguamento alla vigente normativa della discarica in ragione di una possibile procedura di infrazione europea nel caso in cui il sito dovesse inquinarsi.

Malagrotta, intanto, per la Regione diventa «abusiva e orfana», ovvero senza proprietario, nonostante la E.Giovi esista ancora, pur se commissariata. Ma poco importa, perché in questo modo è possibile accedere ai fondi europei, richiedere l'intera somma e chiudere la faccenda. Una soluzione, però, per niente scontata. L'aver inserito la discarica nell'elenco dei siti italiani «orfani», o abbandonati che dir si voglia, non vuol dire, per forza di cose, che Malagrotta lo sia. Uno studio del 2021 dell'Università La Sapienza, inoltre, spiega che la situazione nel sito è sotto controllo. Insomma, come recita una nota pubblicità della tv, viene solo da chiedersi: perché pagare di più? 

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