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Anche per la Regione Lazio Conte “epura” l'ex fan di Berlusconi

Carlantonio Solimene
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Claudia Majolo, attivista campana del Movimento 5 Stelle, dopo essere stata esclusa dalle liste elettorali per le Politiche nonostante avesse vinto le parlamentarie, con la motivazione delle sue passate «simpatie» berlusconiane, non potrà correre neanche alle Regionali del Lazio. Majolo, avvocata del foro di Roma e presidente dell’Unione Praticanti Avvocati, aveva regolarmente avanzato la richiesta di candidatura per la Pisana sul portale dei Cinquestelle. Ma a gelare le sue speranze è arrivata una mail del Movimento nella quale si spiega che «il Presidente (Giuseppe Conte, ndr) si è avvalso della facoltà prevista dall’art. 5, lett. h, ultimo paragrafo, dello Statuto esprimendo parere negativo, vincolante e insindacabile». Porte chiuse, quindi, per una decisione inappellabile dell’ex premier.

 

 

Ma quale sarebbe la colpa di Majolo? Lo scorso agosto, quando fu decisa la sua esclusione dalla lista del collegio di Napoli per la Camera nonostante fosse stata la più votata alle parlamentarie, fu addotta la motivazione di una serie di post sui social, risalenti in realtà a diversi anni prima, in cui Majolo manifestava il suo tifo politico per Berlusconi. Ragioni, in realtà, rimaste ufficiose, perché, a quanto sostiene l’avvocata napoletana, nessuno del Movimento - tantomeno Conte - si degnò di darle delle spiegazioni in via ufficiale. Né, nel frattempo, è intervenuta una sospensione o un’espulsione dalla forza politica. Ci fu anche chi ipotizzò che il motivo dell’esclusione fosse l’amicizia della donna con l’avvocato Luca Di Donna, indagato per traffico di influenze in un’inchiesta che lambisce lo stesso Conte (non indagato). Un modo, insomma, per non riaccendere i riflettori su quella vicenda. Illazioni, fino a prova contraria.

 

 

Nel frattempo Majolo aveva deciso di intraprendere un’azione civile arrivata alla vigilia della mediazione nella quale ipotizzava la richiesta di un risarcimento «monstre» (circa 600mila euro) per il seggio parlamentare sottrattole. «Poi - spiega a Il Tempo - dal Movimento mi hanno chiesto di temporeggiare spiegandomi che tutto si sarebbe sistemato con le Regionali del Lazio». In pratica, per rimediare alla prima esclusione le sarebbe stata data la possibilità di correre per la Pisana. Stavolta, però, l’esclusione è arrivata addirittura prima che si votasse sul web per le candidature. E l’avvocata, ora, è furiosa: «Voglio promuovere un’azione "renziana". Voglio che i militanti capiscano chi è realmente Conte. Un politico autoreferenziale che va in piazza solo per farsi acclamare, ma a cui del popolo non frega niente».

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