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Liste d'attesa infinite, risonanze magnetiche non prima del 2024

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Antonio Sbraga
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Risonanza magnetica? Ripassi nel 2024. Neanche il nuovo calendario basterà per contenere i lunghissimi tempi delle liste d’attesa nel Lazio: le agende degli appuntamenti in molti casi sono già chiuse. E anche il monitoraggio settimanale dei tempi d’attesa della Regione è fermo da un mese (l’ultimo aggiornamento risale al 27 novembre). Però i dati dell’unico report disponibile, stilato il 14 dicembre dall’Asl Latina sulle liste aggiornate al mese scorso, indicano che nell’azienda pontina si arriva a «343 giorni medi di attesa» per la prenotazione di una risonanza magnetica con priorità differibile (ma anche per la priorità «urgenza breve» c’è da aspettare più di 4 mesi: «130 giorni medi d’attesa»). L’ultimo dato indica 37 agende che, in nessun caso («0%» indica il monitoraggio stilato dalla stessa Regione), riescono a rispettare i tempi massimi previsti dalla legge. A partire dalle Tac all’addome, inaccessibili in 5 aziende: Asl Roma 2, Rieti, l’ospedale San Giovanni-Addolorata e i policlinici Umberto I e Tor Vergata. Sul mesto podio segue l’ecografia ginecologica, impossibile in 4 aziende: Asl Roma 2, 3 e 6 oltre a Latina. Poker di «0%» anche per la risonanza magnetica muscoloscheletrica: nelle Asl Roma 2, 4 e 5. Quest’ultima è l’unica Asl della Regione a non avere neanche una risonanza magnetica nei suoi 5 ospedali: Tivoli l’attende da ben 7 anni.

 

 

 

 

Nel marzo scorso il direttore generale dell’Asl, Giorgio Giulio Santonocito, in Consiglio regionale aveva assicurato che «l’iter per accedere ai finanziamenti del Ministero sta andando avanti, il macchinario dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno». Poi a ottobre l’Asl ha scritto di avvertire «la necessità cogente di un’unità di risonanza magnetica, già prevista». Però i fondi ancora non erano stati elargiti. L’Asl, infatti, ha dato mandato «di curare le interlocuzioni con la Regione Lazio inerenti all’avvio e all’utilizzo dei finanziamenti non appena gli stessi verranno formalmente assegnati». Eppure già nel giugno 2015 la Regione concesse «i finanziamenti, ma l’azienda è in attesa dell’autorizzazione definitiva», spiegò allora l’Asl. La quale, nel marzo 2018, annunciò nuovamente l’acquisto di «una risonanza magnetica (1,5 T). L’assegnazione dei fondi è avvenuta in data 28 febbraio 2018 con il DCA 64». Ma poi, nel 2019, l’Asl ricordò alla Regione di essere ancora «in attesa dell’attivazione dei fondi (già assegnati) per una risonanza magnetica». Che, invece, è tuttora «inesistente presso questa azienda, che attualmente effettua esami diagnostici in accreditamento con una cospicua spesa»: 4 milioni di euro l’anno per i rimborsi alle strutture private convenzionate.
 

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