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Terracina, dalla bandiera blu al divieto di balneazione: batteri fecali in mare

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Luca De Lellis
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Non c’è pace per Terracina in questa stagione estiva. La località balneare in provincia di Latina - dopo essere stata oggetto della cronaca giudiziaria per l’investigazione di luglio che ha condotto all’arresto per corruzione dell’ormai ex sindaca Roberta Tintari - ora torna al centro dell’attenzione pubblica per l’avviso di divieto di balneazione disposto dal commissario prefettizio del comune di Terracina Francesco Cappetta.

 

 

L’ordinanza è giunta in seguito a una nota risalente al 26 agosto scorso e diffusa da Arpa Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente), che ha pubblicato le analisi su campioni d’acqua prelevati mercoledì 24 agosto. I dati hanno evidenziato una situazione drammatica e paradossale per una realtà marittima che solo poco fa (maggio scorso) era riuscita a conseguire per la prima volta nella sua storia l’ambito premio della Bandiera Blu: il superamento dei limiti stabiliti per legge relativi alla presenza nel mare di batteri fecali come “Escherichia coli” ed “Enterococchi intestinali”.

 

Il divieto di balneazione ha riguardato in particolare il tratto di spiaggia nel quale sfocia il fiume Portatore, per un’estensione totale di circa cinquecento metri. Una misura, quella imposta dall’ente laziale, che mira a tutelare la salute di tutti coloro che vogliono sfruttare gli ultimi giorni di mare dell’estate 2022. Probabilmente la responsabilità di questo pericoloso inquinamento delle acque che bagnano la costa di Terracina è da attribuire agli scarichi illegali di rifiuti tossici nel fiume. In ogni caso è già stata aperta un’inchiesta dalla procura di Latina per stabilire le cause e individuare eventuali colpevoli.

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