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Albino Ruberti, il caso scatena la resa dei conti nel Pd. Caos liste a Roma e non solo, le spine di Enrico Letta

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Il terremoto scatenato dalla pubblicazione del video che ha provocato le dimissioni dell'ormai ex capo di gabinetto del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha avuto l'effetto di rompere anche il vaso di Pandora del Pd. Il nodo delle candidature e degli equilibri di potere in seno ai dem è ormai venuto al pettine. "A Roma e nel Lazio si continuano a muovere le pedine come tessere di un mosaico che però non si riesce a comporre perché si pensa più agli interessi personali e di parte che a quelli del territorio e dei rappresentanti territoriali", scrive un nutrito gruppo di consiglieri e assessori municipali del Pd eletti a Roma che punta il dito su Bruno Astorre.

 

Il senatore dem "si sta delineando sempre di più come un capo bastone, che un segretario regionale aperto e inclusivo, che pensa agli interessi del territorio. Se Astorre vuole inserire nelle liste del Pd a Roma altri pezzi della sua corrente, allora lo dica chiaramente, mentre si tengono candidati come Patrizia Prestipino, forti nel territorio, in posizioni di netto sfavore rispetto ad altri candidati provenienti da altre città che non hanno la minima idea della complessità dei territori di Roma",  dichiarano in una nota congiunta Mario Mei, Daniela Spinaci, Valentina Caracciolo, Roberto Ferraresi, Arianna Camellini, Maria Antonietta Del Moro, Onorina Gallucci, Fabrizio Compagnone, Giovanna Maugeri, Luca Gasperini, Monica Rossi, Saverio Milana, Luca Bedoni, Alessandro Lepidini, Francesca Romana Vecchio, Patrizia De Vivo, Giuseppe Grazioli, Fabio Ecca, Alessandro, Simone Lepri, Stefania De Angelis. "Chiediamo che nelle liste di Roma vengano inseriti candidati romani radicati sul nostro territorio che conoscono già tutte le problematiche da affrontare", tuonano gli esponenti del Pd romano. 

 

In precedenza Andrea Casu, segretario Pd Roma in una lunga nota aveva dichiarato: "Non permetteremo a un singolo fatto locale avvenuto a Frosinone dopo una cena privata di trasformarsi in un giudizio politico su tutti noi e sul lavoro che abbiamo fatto e che stiamo facendo. Noi non siamo il Partito di Suburra".

 

Ma il caos liste tra i dem non è solo un fatto romano. Dopo un tira e molla di due giorni Raffaele La Regina - che si era reso protagonista di un tweet giudicato da molti anti-Israele - ha annunciato che non sarà capolista del Pd alla Camera in Basilicata alle prossime elezioni. Al suo posto rientra il sottosegretario Enzo Amendola, uno degli "esclusi eccellenti" del primo giro di candidature di Enrico Letta. L'effetto domino ha portato il segretario Letta a proporre a Filippo Sensi di candidarsi al Senato, oltre che nel collegio plurinominale Lazio 2, nel collegio Campania 1, rinunciando al contempo alla candidatura nel collegio uninominale Roma 03.

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