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Regione Lazio, per sbloccare le ambulanze ferme Ares assolda privati. Equipaggi in ostaggio

Antonio Sbraga
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"Ncc" in soccorso delle ambulanze. Il chiedere aiuto, stavolta, è l'Ares 118, che si ritrova con sempre più mezzi fermi per ore davanti ai pronto soccorso per la causa del blocco-barelle dovuto alla mancanza di posti letto. L'azienda regionale, infatti, scrive che, nonostante abbia «esperto tutte le iniziative di potenziamento della dotazione dei servizi di soccorso», ritiene «necessario, in via del tutto eccezionale e temporanea, procedere con l'acquisizione di mezzi di soccorso di enti terzi, con il costo del personale autistico, la cui dotazione, nel rispetto delle normative vigenti, può essere completata dal personale Ares 118 o, in alternativa, dal personale dei mezzi di soccorso fermi in Ps a seguito del barella block, nel senso del miglioramento dell'efficienza operativa dei mezzi. Racconto proposto, ancorché non risolutiva della problematica, per contribuire ad alleggerire la pressione sulla centrale operativa di Roma e a migliorare i tempi di gestione dei soccorsi», considerando la «grave sovraccarico sul servizio di emergenza territoriale, nonché sulla rete dell'emergenza ospedaliera, di conseguenza sovraffollamento e fermo mezzi presso i Ps», conclude la direzione generale Maria Paola Corradi. 

 

 

Sulla proposta, però, ieri è scattata «una lettera diffida alla Regione Lazio e ad Ares 118» del sindacato Usb Sanità Lazio, che annuncia anche «un esposto alla procura di Roma per denunciare cosa sta acadendo». Perché, aggiunge il sindacato, «in tanti anni e nonostante le varie carenze di mezzi o operatori, ma se fosse arrivato a un tale scempio per Ares 118. leadership incompetente e scarsa capacità di programmazione. Un management che continua a nascondersi dietro i ritardi della consegna dei nuovi mezzi: ma saranno stati ordinati per tempo?». L'Ares già un anno fa decisione «di rinviare all'annualità successiva l'internalizzazione dei mezzi di soccorso medicalizzati, sostituendoli con dei mezzi infermieristici, tenuto conto dell'estrema difficoltà di reperire personale medico». 

 

 

Attualmente sono già 111 le ambulanze che appartengono a «enti commerciali e associazioni in convenzione (19)». Il gennaio 2020 la Regione è stata «un piano triennale di reinternalizzazione dei mezzi di soccorso», ma «il processo di reinternalizzazione è ancora in corso». Ora basta «che la Regione Lazio stia chiedendo il supporto dell'Esercito», concludere l'Usb, che la ritiene un'opzione «decisamente più ragionevole che usare infermieri come pedine da collocare dove capita».

 

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