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Roma, i cinghiali marciano sul centro storico: allarme per la peste suina

Martina Zanchi
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Mentre i cinghiali si prendono indisturbati anche il centro di Roma - ieri l'avvistamento di un esemplare nella rotonda di piazza Verbano, quartiere Trieste - la Regione Lazio si prepara a emettere un'ordinanza per delimitare l'area del parco dell'Insugherata in cui, due giorni fa, è stato rinvenuto un cinghiale morto affetto da peste suina. Lo ha annunciato ieri il commissario straordinario per l'emergenza, Angelo Ferrari, a margine dell'unità di crisi convocata a Roma. L'atto potrebbe contenere provvedimenti ad hoc per limitare la diffusione del virus, non pericoloso per l'uomo ma potenzialmente catastrofico per gli allevamenti, che rischiano la decimazione. Ma se l'essere umano non corre rischi, può invece essere un vettore per l'infezione. Il virus, spiega il Ministero della Salute, può contaminare veicoli, indumenti, attrezzature e carne suina, anche stagionata. La priorità, al momento, è quella di provare a impedire il passaggio della PSA oltre il raccordo anulare, se non è già avvenuto. La lente è puntata sulla vasta proliferazione di cinghiali nella Capitale.

 

 

L'avvistamento in piazza Verbano, nei pressi di Villa Ada, segue di poche ore quello a Villa Glori, tra i Parioli e Villaggio Olimpico. Un avvicinamento progressivo da Roma nord verso il centro. La presenza degli ungulati, peraltro, vanifica anche i tentativi dei cittadini di fare correttamente la raccolta differenziata dei rifiuti. Arrivano da via Fontanile Nuovo, zona Ottavia - a ridosso del confine ovest dell'Insugherata - le immagini di bidoni ribaltati e di distese di immondizia sparsa in strada. È probabile che siano proprio i cinghiali, attirati dai resti di cibo, a scandagliare il contenuto dei secchi. Il Ministero della Salute indica tra i comportamenti da evitare, contro la diffusione della peste suina, quello di «lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali». Se le autorità dovessero trovare altri esemplari malati, nel territorio di Roma, la Capitale potrebbe essere costretta anche a rivedere la gestione dei rifiuti domestici, già oggi caotica.

 

 

Una situazione ben nota in Sardegna, dove la presenza del virus ha comportato il divieto di esportazione di carne suina. La Confederazione Italiana Agricoltori di Roma ha chiesto la convocazione urgente di un tavolo di crisi in Regione; il presidente Stefano Tiozzo ha evidenziato che «sono a rischio dodicimila allevamenti di suini, per un totale di circa 43mila capi». «Nel territorio della sola provincia di Roma - evidenzia Tiozzo - si stima che i cinghiali in libertà sarebbero già più di ventimila».

 

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