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Caos tamponi pure in Campidoglio: c'è l'obbligo, ma è volontario. Scoppia la protesta

Pier Paolo Filippi
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Caos tamponi in Campidoglio dove in questi giorni si discute il bilancio di previsione 2022-2024. Ieri mattina, prima della seduta dell'Assemblea capitolina, alcuni consiglieri, sia di maggioranza sia d'opposizione, sono stati costretti a effettuare il test antigenico pena l'esclusione dai lavori dell'aula Giulio Cesare quando in realtà, in base a quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo lunedì scorso, l'esecuzione del tampone era stata disposta su base volontaria. «Per accedere all'Aula Giulio Cesare - aveva dichiarato in un comunicato la presidente dell'aula Svetlana Celli - è fortemente consigliato per i consiglieri aver effettuato un tampone con esito negativo su base volontaria». Ieri però non è andata così, come racconta un consigliere d'opposizione. «Io e altri due colleghi siamo entrati in aula senza fare il test ma i vigili ci hanno richiamato invitandoci a farlo - racconta - Abbiamo replicato che non l'avremmo fatto perché non è obbligatorio ma altri consiglieri hanno protestato dicendo che così si creava una 'ingiustizia'. Allora la presidente Celli ha mandato un messaggio nella chat dei capigruppo imponendo di fatto il tampone obbligatorio per tutti».

 

 

Interpellata al riguardo, Celli ha sottolineato che «non c'è nessun obbligo ma un accordo dei capigruppo ed è giusto che il test lo facciano tutti». I consiglieri interessati, per senso di responsabilità e per non bloccare i lavori dell'aula in un passaggio delicato come il bilancio, alla fine hanno ceduto e si sono sottoposti al test in via del Campidoglio presso la postazione fissa dell'Ipa. Qualche avvisaglia dell'insoddisfazione di molti consiglieri per la decisione di effettuare i tamponi prima delle sedute si era avuta già mercoledì mattina, quando Rachele Mussolini (Fdi) era entrata in aula senza tampone. Ma sono molti i consiglieri a cui la regola non piace. «Insieme a noi ci sono diversi dipendenti che lavorano negli staff, ai quali il tampone non viene effettuato, quindi non si capisce quale sicurezza sanitaria possa essere garantita - spiegano -. Inoltre, la legge non prevede niente del genere, anche per eleggere il Presidente della Repubblica serve un semplice green pass base. Se ci sono rischi di contagio, allora bisognava fare le sedute in streaming ma la verità è che vogliono lavorare in presenza solo ed esclusivamente per approvare il bilancio in tempi stretti».

 

 

Sulla vicenda è intervenuto in aula il consigliere Fdi Federico Rocca, che ha stigmatizzato quanto accaduto. La polemica sulle modalità di accesso all'aula va avanti da settimane. Dopo la scoperta di un cluster con la presidente dell'aula e altri due consiglieri positivi e le accuse all'ex sindaca Virginia Raggi di essere una no vax, il Pd aveva provato a introdurre l'obbligo di super green pass per i lavori dell'aula, stoppato però dalle proteste di M5s, Lega e Fdi. Si era così deciso all'unanimità dei capigruppo per il tampone facoltativo, ma ieri, a sorpresa, il tampone è diventato obbligatorio.

 

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