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Gli intellettuali di sinistra al fianco degli studenti che occupano

Valentina Conti
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Solidarietà agli studenti che occupano. Gli intellettuali si schierano dalla parte dei ragazzi in mobilitazione negli istituti della Capitale, contro la presa di posizione sul dilagare delle occupazioni e i conseguenti danneggiamenti di peso agli edifici scolastici espressa dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, Rocco Pinneri.

Un appello a firma di un centinaio di nomi noti, tra prof universitari, artisti, giornalisti, esponenti del mondo della cultura, della politica, dell’economia, sindacalisti. Da Ascanio Celestini a Christian Raimo, da Marta Fana a Moni Ovadia, ma anche Nunzio D'Erme, il vicepresidente emerito della corte costituzionale Paolo Maddalena, l'ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. “Quanto sta avvenendo a Roma e in maniera minore in altre città come Firenze, Bologna e Torino - si legge nel documento - non può essere derubricato a questione di "ordine pubblico", ma chiama in causa profonde ferite che le giovani generazioni stanno vivendo dopo oltre due anni di convivenza con la pandemia. Le occupazioni di queste settimane sono un segnale di allarme generale con cui gli studenti stanno comunicando la propria sofferenza al mondo e alla politica. La risposta non può e non deve essere il pugno di ferro della repressione”.

Il riferimento, lo ricordiamo, è alla nota inviata nei giorni scorsi alle scuole secondarie di secondo grado dal direttore Pinneri che, davanti a un’occupazione, chiedeva di “denunciare formalmente il reato di interruzione del pubblico servizio e di chiedere lo sgombero dell’edificio”. All’intervento di netto contrasto all’informativa dell’Usr Lazio da parte di Pd, Sinistra Italiana, LeU e delle segreterie regionali del Lazio Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, si aggiunge ora, dunque, pure il manifesto degli intellettuali.

Di parere opposto la presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, Cristina Costarelli: “Ecco ancora una volta gli intellettuali a giudicare la scuola – commenta senza mezzi termini sulla sua pagina Facebook - invece di chiedere alle persone di scuola di comprendere insieme i motivi di una certa ferma gestione delle occupazioni, si uniscono nel dichiararsi contro la repressione (affermazione, tra l’altro, errata e tendenziosa perché in tutte le scuole è, nei fatti, consuetudine da decenni lasciare tempi di riflessione, spazi e autonomia ai ragazzi)”. “Dalla discussione per opposti schieramenti di queste settimane – aggiunge la preside - chi ne esce danneggiato sono soprattutto i giovani”.

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