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Roma, lo tsunami rosso ha travolto anche i Municipi. Tor Bella Monaca fortino a destra

Susanna Novelli
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Uno tsunami così non si vedeva dai tempi delle prime elezioni dirette di sindaco e minisindaci. Da quando il centrodestra riusciva a vincere solo nell’ex XX Circoscrizione, quella della Cassia. Ad oggi è cambiato solo il Municipio. Il centrodestra infatti è riuscito a vincere solo nel VI, quello di Tor Bella Monaca, dove, tra l’altro, al ballottaggio era andato con i Cinquestelle e non con la coalizione di centrosinistra. Segno evidente che la stragrande maggioranza dei moderati ovvero i centristi hanno scelto di restare a casa: ha infatti votato appena il 40,68 per cento dei romani, ovvero 959.832 su ben 2.359.248 milioni di elettori. E anche a guardare i neo consiglieri eletti in Aula Giulio Cesare, la maggioranza appartiene proprio a quel mondo che fugge e diffida degli estremismi. 

 

Una marcia in più per Roberto Gualtieri che tra circa quindici giorni verrà ufficialmente insignito della fascia tricolore. Un punto dal quale ripartire per un centrodestra tutto da rifare. Non solo perché non ha saputo sfruttare il disastro di cinque anni di governo Raggi ma soprattutto perché non ha saputo gestire e mantenere almeno il vantaggio ottenuto al primo turno, quando in almeno quattro, cinque parlamentini locali Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia erano avanti sia con Michetti candidato sindaco sia con i candidati minisindaci. Ha resistito solo Nicola Franco, che letteralmente ha doppiato i voti della sfidante grillina Francesca Filipponi, arrivata al ballottaggio con un scarto di un centinaio di voti rispetto al candidato del centrosinistra. E chissà, forse se non fosse stato per la sfidante Cinquestelle, il Pd avrebbe fatto filotto. 

 

Quale città politica ci attende oggi? Speriamo non sia la brutta copia di un’era veltroniana che appartiene ormai alla preistoria. Un passo avanti è d’obbligo, non solo perché Gualtieri eredita una città in ginocchio, ma anche perché in prospettiva finirà l’emergenza Covid, arriveranno i soldi del Recovery Fund e quelli per il Giubileo. Una strada in discesa, apparentemente, per la nuova maggioranza che avrà tuttavia un’opposizione ferrea ma difficilmente compatta. I cinque consiglieri in quota Calenda infatti, pur appartenendo alla minoranza, avranno sicuramente un «rapporto preferenziale», considerato l’endorsement del leader di Azione prima del ballottaggio. Mentre i cinque eletti tra Civica Raggi e Movimento Cinquestelle, sindaca uscente compresa, dovranno far sentire bene la «voce contro» per non scomparire del tutto alla prossima tornata elettorale, in primis quella regionale. Il centrodestra che elegge in tutto nove consiglieri, di cui 6 di Fratelli d’Italia, due Lega e uno Forza Italia, dovrà impiantare una strategia politica in grado di costruire un consenso che vada oltre i leader nazionali e riporti al centro dell’azione amministrativa il rapporto territoriale.

 

Un compito importante, forse ancor più di quello di chi si troverà da qui a pochi giorni a dover prendere il volante di un’auto al momento rimasta senza gomme né benzina.

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