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Zingaretti regala alle femministe l'immobile occupato. Esposto della Lega alla Corte dei conti per Lucha y siesta

Massimiliano Gobbi
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La Regione Lazio acquista l’immobile di via Lucio Sestio 10 e lo restituisce all’associazione Lucha y Siesta. Un assegnazione senza bando pubblico che ha mandato su tutte le furie la Lega che ora annuncia un esposto alla Corte dei Conti.

L’ex stazione Cecafumo era entrata nel concordato preventivo di Atac per poi finire all’asta e, a seguito dello sfratto, la Regione Lazio si era impegnata sin da subito per ridarlo nelle mani dell’associazione che assiste le donne nella violenza di genere da oltre dieci anni.

 

«Abbiamo salvato Lucha y Siesta, una grande esperienza di protagonismo delle donne e lotta alla violenza di genere - scrive in un post su facebook il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti -  Un patrimonio di tutta Roma e della nostra comunità. Lo abbiamo fatto perché è ipocrita riempirsi la bocca della parola diritti e solidarietà e poi assistere senza fare nulla alla chiusura dei servizi».«È lo stesso spirito che ci ha portato, qualche anno fa, a salvare tutti i centri antiviolenza di Roma e provincia che rischiavano di chiudere. E poi a garantire alle donne spazi per organizzare attività culturali, di promozione delle pari opportunità, di contrasto agli stereotipi e alla violenza, con il bando sui luoghi delle donne che ha aiutato Lucha y Siesta, la Casa Internazionale delle Donne e altre preziose realtà nei quartieri. Ora la Regione resterà al vostro fianco, la vostra storia è un bene comune: i vostri valori sono anche i nostri. Grazie per il coraggio e l'impegno di ogni giorno».

 

Ma dalla Lega ora parte un esposto alla Corte dei conti. A dichiararlo è la consigliera regionale Laura Corrotti. «Apprendo con stupore l’acquisto, tramite asta, da parte della Regione Lazio dell’immobile di via Lucio Sestio 10 per poi regalarlo ad un’associazione di militanti dello stesso partito del presidente della Regione, che continuano ad occupare illegalmente gli stabili della Capitale. Per questo, ci rivolgeremo alla Corte dei Conti al fine di capire se può ritenersi normale un’azione di questo genere, con l’aggravante delle solite tempistiche da campagna elettorale utili a racimolare qualche voto. Qui il tema non è quello di accogliere ragazze vittime di violenza in una struttura, cosa che da donna ovviamente considero meritorio e apprezzabile, ma assegnare immobili a propria discrezionalità anziché passare da bando pubblico», conclude la Corrotti.

 

«Dati allarmanti arrivano anche per quanto riguarda la violenza contro gli uomini i quali però sono sprovvisti di centri specifici -  aggiunge Fabrizio Santori, dirigente romano della Lega - Del fenomeno si è occupata nel 2012 l’Università di Siena, la cui proiezione statistica è allarmante: 5 milioni di uomini vittime degli stessi tipi di violenza che subiscono le donne, 500mila circa solo a Roma.  Dati sulla violenza  rilevati anche da ricerche svolte presso l’Universita’ Roma Tre  dall’Osservatorio Laboratorio Tutela Rispetto Emozionale Età Evolutiva (O. L. T. R. E. E. E. ) diretto dal Prof. Matteo Villanova. Tante, inoltre,  sono le associazioni che denunciano il problema. Una tra tutte,  l'Anfi, associazione nazionale familiaristi italiani, presieduta dall'avv. Carlo Ioppoli che vanta professionisti del settore a tutela della famiglia e dei minori. Con lei, anche un esercito di associazioni di genitori separati che chiedono aiuto dimostrando,  con campioni di dati che non è poi così distante da quello usato dall’Istat per l’indagine che vede  vittime le donne, l'esistenza di un fenomeno che si concretizza entro le mura domestiche e che concorre ad accrescere il cosiddetto 'numero oscuro' di vittime al maschile».

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