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Metà delle metro si fermeranno, la profezia di Calenda su Roma

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«Le metropolitane di Roma l’anno prossimo si fermano, al 60 per cento, perché non è stata fatta la manutenzione. Cose che non avvengono più neanche nell’Africa subsahariana». Lo ha detto il candidato a sindaco di Roma per Azione, Carlo Calenda, in occasione della partecipazione alle serate di dibattito elettorale a San Felice Circeo nell’ambito della rassegna «Mediterranea, la civiltà blu».

 

 

 

 

 

Per gestire il trasporto pubblico locale a Roma «va fatta una società unica con la parte gestita da Fs, Atac e Cotral» e che sia una società «staccata dalla politica perché il problema è che i sindacati controllano il consiglio comunale. Se non si separa il consiglio comunale dalle partecipate, e non lo si fa secondo un sistema privatistico, non si risolvono i problemi di gestione dei rifiuti, dei trasporti, e tutto il resto». Per Calenda «non è vero che non si può governare Roma, bisogna stare con le chiappe sulla sedia e lavorare, controllare». Il sindaco «non deve gestire i sindacati ma i dipendenti. Il sindaco deve stare lì con i direttori, invece di andare a fare le conferenze stampa, e lasciare il capo gabinetto» a gestire la città, e «il burocrate che non firma lo si sposta, perché non lo si può licenziare, non è la soluzione ottimale ma lo si gestisce», ha concluso.

 

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