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Addio al "Bronx" del litorale romano, demolita la palazzina di Ardea

Dopo anni di lunghe attese, inizia la demolizione della palazzina D del complesso residenziale Lido delle Salzare, il "Bronx" del litorale romano ad Ardea. Una vera e propria task force che fin dalle prime ore del mattino ha coinvolto  un’importante spiegamento di forze dell’ordine tra Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Locale, ma anche sanitari del 118 , volontari della Croce Rossa e protezioni civili. Un blitz che non passa inosservato, ma che rappresenta una data storica per Ardea e tutto il litorale romano.
Le operazioni di sgombero, iniziate  alle ore 8,  sono terminate intorno alle ore 10. Trovati all’interno diversi stranieri, tutti di origini marocchine, allontanati dalle forze dell’ordine che hanno evitato disordini e tafferugli.  Molti appartamenti era disabitati, mentre in altri sono stati trovati abitati. In uno di questi sono stati trovati due  stranieri di 49 e 67 anni,  presi in carico dai servizi sociale del Comune di Ardea. Finisce così una lunga storia di occupazioni abusive, degrado e danneggiamenti e persino incendi. Un bubbone marcio che contaminava l’area della cittadina costiera. L’abbattimento è stato definito a gennaio scorso dopo svariate ordinanze di demolizione e dopo lo stanziamento di 220mila euro attraverso una determina dirigenziale  nella quale si specifica che «L’intero complesso è stato edificato in zona sottoposta a vincolo archeologico – si legge nella relazione – Considerato l’annullamento del titolo abilitativo e la successiva ordinanza di demolizione, stante l’inerzia del costruttore, l’Ente a provveduto a demolire 3 edifici (A-B-C-) dell’originario complesso». «Ancora soldi buttati al vento – commenta il sindaco di Ardea, Mario Savarese presente sul posto – per riparare i danni dell’abusivismo. Un quarto di milione di euro per un comune già pieno di debiti al punto di dover dichiarare il dissesto, buttati letteralmente nella spazzatura per demolire quest’orrendo monumento all’illegalità. Mi addolora pensare che anche questi costi ricadono alla fine sulla collettività, e sottraggono risorse a servizi che non potremo rendere. Spendiamo soldi dei cittadini onesti che abitano case a norma e pagano le tasse. Ma non potevamo più attendere oltre; i costi delle bonifiche a cui ci costringevano gli occupanti di questa palazzina, accumulando e incendiando rifiuti di ogni genere, erano diventati superiori ai costi di demolizione. Il mio più grande rammarico è che nessuno dei responsabili di quest’orrore pagherà un solo euro per il danno arrecato. Oggi cancelliamo con le ruspe per sempre un indecoroso monumento all’inciviltà e ricominciamo: abbiamo previsto il restauro delle tre palazzine salvate dalla demolizione e la riqualificazione urbana dell’intera area. Spero che almeno in questo intento si possa tangibilmente concretizzare l’aiuto che abbiamo chiesto allo stato». Con lui anche i consiglieri comunali  Alessandro Mari e Sandro Caratelli. Presente anche il commissario di Forza Italia, Vincenzo Cari. (Massimiliano Gobbi)

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