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Liste d'attesa infinite, oltre 1 anno per la Tac

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Antonio Sbraga
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Il calendario è arrivato a metà, ma per trovare posti liberi nelle agende delle liste d’attesa già serve quello del 2022 per riuscire a fissare molti degli appuntamenti di visite ed esami ambulatoriali. Almeno per quanto riguarda le prenotazioni «differibili» (quelle per i casi non urgenti), per le quali l’Asl Roma 2 e 5, oltre all’Asl Latina, presentano il bollino rosso per ben la metà delle prestazioni erogabili.

 

 

 

È il colore che la stessa Regione, infatti, assegna nel suo monitoraggio settimanale delle attese quando «le prenotazioni entro i tempi standard sono minori del 50% sul totale delle prenotazioni». Ossia quando non riescono a rispettare i tempi massimi previsti dalla legge: entro 30 giorni per le visite specialistiche e 60 giorni per gli accertamenti diagnostici.

La maglia nera va all’Asl Roma 2, che ha il bollino rosso su 21 delle 42 prestazioni erogabili e presenta lo «0,0%» nel rispettare i tempi massimi in ben 6 casi: per la visita oncologica, Tac torace, addome superiore e inferiore, Tac capo e la Risonanza magnetica colonna vertebrale. Anche l’Asl Roma 5, che già presenta un elenco dimezzato di prestazioni prenotabili per l’utenza (22 invece di 44), ha l’esatta metà col bollino rosso, 11, di cui 2 con lo «0,0%» di rispettare i tempi massimi: ecocolordoppler cardiaca e spirometria. Sul mesto podio segue l’Asl Latina, con 20 prestazioni su 39 prenotabili in «codice rosso», a partire dallo «0,0%» segnato dalle Risonanze magnetiche muscoloscheletriche, la Tac del capo, dell’addome superiore e l’elettrocardiogramma da sforzo.

 

 

 

E le «risorse stanziate nel 2020 per il recupero delle prestazioni perdute non sono state spese dalle Regioni - denuncia il Rapporto SalutEquità - del 45% al Centro». Il Lazio nel 2020 ha perduto il 36,4% dei ricoveri programmati, il 33,6% degli screening e il 31,5% delle visite specialistiche e degli esami ambulatoriali, come ha stimato Agenas. E, secondo i calcoli dell’Ordine dei Medici di Roma, «abbiamo 194.975 visite oculistiche non fatte, 147.569 visite dermatologiche, 146.649 visite cardiologiche, 117.443 visite ortopediche, 65.891 mammografie non eseguite, 59.211 visite neurologiche, 52.749 tac non eseguite, 24.734 visite gastroenterologiche e 16.412 visite oncologiche». Nel novembre scorso l’arretrato da recuperare era di ben «756 mila prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell’emergenza epidemiologica durante il lockdown», scrisse la stessa Regione, che aveva annunciato di voler recuperare «entro dicembre 2020, almeno nella quota del 90% del totale». Ma l’impegno è rimasto per lo più lettera morta e ora rimandato, in parte, al calendario del 2022.

 

 

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