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Rampelli torna in Campidoglio per le riforme: "Senza Roma non sarebbe esistita l'Italia"

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«La prima questione da sottolineare è di tipo culturale. Spesso su Roma c’è un po' di invidia, risentimento, gelosia, c’è qualche accusa di troppo, Roma proprio per la sua grandezza è diventata un bersaglio mobile da colpire e spesso ci siamo trovati a rappresentare il male dell’Italia intera». Lo ha detto il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, nel corso del suo intervento nella seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina dedicata allo statuto di Roma Capitale e ai poteri speciali più volte richiesti da diverse forze politiche. «Roma è servita all’Italia - ha aggiunto -, senza Roma l’Italia forse non sarebbe potuta esistere. Oggi è importante trovarci qui, perché questo è il tempio della romanità ma anche perché, per riconquistare un certo ruolo, bisogna essere tutti insieme. Trovarsi oggi tutti qui, può essere il valore aggiunto. Noi abbiamo aperta la partita sui poteri speciali che si deve accompagnare alla risorse dello Stato, che devono essere proporzionate come viene fatto per altre capitali europee, che rappresentano dei laboratori». Dobbiamo mettere al riparo da strumentalizzazioni questa battaglia - ha concluso -. Che si prendano degli impegni scritti da parte di tutti i candidati sindaci della Capitale e di tutte le forze politiche che competeranno per Roma. Che il giorno dopo non si metta in campo il teatrino delle fazioni: in questo perimetro non si entra. Tutti, in quota parte, dobbiamo mettere di lato la nostra appartenenza politico-partitica.

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