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Sanità del Lazio, le colpe di Zingaretti denunciate da chi ci lavora

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La sanità del Lazio è in piena emergenza. Nonostante le parole del governatore Zingaretti che ha definito il Lazio una regione a bassa criticità rispetto al tasso di contagio da coronavirus, a prendere la parola sono adesso gli stessi operatori sanitari. Il sito 7Colli riporta il grido di dolore di Alessandra Spedicato, anestesista del San Camillo, che su Facebook ha svelato la verità degli ospedali di Roma e Lazio.

 

 

 

"Caro Nicola Zingaretti, ti scrivo e spero che tu abbia tempo per leggermi. Ti scrivo per conoscere quali introvabili, indecifrabili, probabilmente sumerici, criteri hai adottato per definire il Lazio una regione a bassa criticità rispetto al tasso di contagio di Coronavirus. Faccio il rianimatore ma questo periodo faccio anche il prete, l’infermiere, la sorella, la figlia dei tanti, innumerevoli e difficilmente gestibili pazienti che passano sotto il mio sguardo e sotto le mie mani. Ti scrivo non perché abbia paura di ammalarmi o di stancarmi. Ti scrivo perché sei il presidente della mia Regione e devi rispondermi quali scelte politiche o strategie ci abbiano condotto a tanto ritardo nell’assunzione di medici, infermieri, biologi. Quali indicazioni di fabbisogno di personale hai utilizzato per calcolare il numero dei contratti di specialità necessari per il Lazio o il numero di Medici e infermieri necessari nel nostro SSR. Non voglio una ammissione di colpa. Mi basta una ammissione di responsabilità, la stessa responsabilità che io mi assumo ogni giorno con i miei pazienti". Vedremo se Zingaretti saprà finalmente dare le sue risposte a medici e cittadini del Lazio.

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