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"Credo nella scienza italiana". Ecco il primo volontario del vaccino per il Covid

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Un uomo di Roma di 50 anni, che ha "voluto fare questa scelta perché devo andare all’estero per lavoro, nel Golfo persico", è uno dei 90 volontari che stamattina sono all’istituto Spallanzani di Roma, dove partirà la sperimentazione del vaccino contro il coronavirus. "Credo nella scienza italiana", ha detto il 50enne, che preferisce non rendere pubblici nome e cognome. "Crediamo molto nel  vaccino bene comune"; ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, stamattina all’avvio della sperimentazione del  vaccino italiano anti Covid-19 presso l’Istituto Spallanzani. Zingaretti ha detto che "sarà un vaccino pubblico, e a conclusione della fase di sperimentazione sarà a disposizione di tutti quelli che ne avranno necessità".

 

 

La ricerca è portata avanti con il sostegno della Regione Lazio e del Ministero della Ricerca. "Rinnovo l’appello alla responsabilità" ha detto Zingaretti. "Senza il senso della responsabilità di tutti rischiamo di tornare indietro". A proposito dell’avvio della sperimentazione ha sottolineato: "È una giornata positiva e importante. È un traguardo raggiunto" .

 

"L’Italia entra tra i protagonisti nella guerra dei vaccini", ha detto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, in merito all’avvio della sperimentazione del primo vaccino anti Covid-19 sull’essere umano.

A spiegare come avverrà la sperimentazione è Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, a "Uno Mattina estate" su Raiuno: "Oggi arriverà qui il primo italiano, il primo volontario che si sottoporrà alla sperimentazione del vaccino. Sono molto soddisfatto e orgoglioso di questo. Si inaugura così la classica fase uno - ha dichiarato - che dovrà verificare se la dose di vaccino non darà effetti collaterali al paziente e, soprattutto, se questa dose è immunogenica, se capace cioè di produrre all’interno dell’organismo la creazione di anticorpi. Anticorpi che devono essere neutralizzati, cioè capaci di bloccare la replicazione virale. Dopodiché i cittadini sottoposti alla sperimentazione, fino all’autunno, verranno osservati per 12 settimane. La seconda e la terza fase prevedono la sperimentazione nei paesi nei paesi dove la virulenza è molto più alta rispetto all’Italia, come il Brasile o il Messico".

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